lunedì 24 giugno 2013

Lettera aperta: sulle tredici ragioni per bestemmiare.

Il mio ultimo post ha spinto un'autrice di ficcyne a cambiare il proprio profilo da autore a lettore, cancellando così tutta la sua florida e multicommentata produzione di fantasia. Stiamo parlando di anns, la quale su ask si è giustificata così:
Ok allora, a parte che l 'ho scritto anche nello spazio autrice, perciò non è che non ho detto nulla quindi calma, non ho ricopiato tutto da cima a fondo cazzo, ho riscritto tutto di mano mia, aggiunto personaggi e cambiato particolari, e non ho MAI detto che è tutta farina del mio sacco. Quando mi facevano complimenti consigliavo sempre il libro e dicevo che non è tutta farina del mio sacco e che quella storia era più un esperimento per me, non mi sono mai presa il merito.
Però ok avete ragione voi, e finitela di stressare che sono in vacanza cazzo ahah
Quanto segue, manco a dirlo, è qualcosa che dovevo proprio dire.
Cara anns,
punto primo certo che ho ragione io, sarò pure una stronza che si atteggia da arrogante nello spazio che le appartiene (aka questo blog) ma sono anche una che si informa prima di parlare. E come si può leggere nell'incipit del blog incriminato, ti ho concesso il beneficio del dubbio e mi sono trattenuta dal puntare il dito e gridare al plagio. Ho letto metà della tua fanfiction su quella ho scritto il post, con l'idea di farne poi un altro con la seconda metà. Nel mezzo sono partita tre giorni al mare e in questo lasso di tempo ho avuto modo di leggere il libricino indegno a cui hai chiaramente e pubblicamente sostenuto esserti ispirata.
Non mi diverto a segnalare storie sull'EFP, è successo anche a me - ed ero nella più assoluta buonafede con una trama originale al 100% - e ho detestato soprattutto il fatto che il sito non abbia una qualche stupida funzione automatica che ti segnala quando questo accade ma ti mette a fronte dell'accaduto solo dopo che ha valutato la tua presunta colpa e già deciso cosa fare di te e del tuo lavoro. Il tutto senza darti la possibilità di difenderti o spiegare, perché a quanto parte l'utenza della comunità è troppo vasta e le segnalazioni troppo numero per imbastire dei simili-processi a qualcosa che forse considerano valere meno di zero. Non ho mai nascosto quanto questo modo di procedere mia stia stretto, forse più della vaghezza del regolamento stesso che è passabile di infinite interpretazioni in più e più punti, motivo per cui ti ho contattata e ti ho comunicato quanto avevo fatto, spiegandoti brevemente i motivi e confidando in una qualche forma di onestà intellettuale che non intendo prendermi la briga di insegnarti adesso, con questo post.
Inutile dire che leggere poi quanto ho citato qualche riga più sopra mi ha fatto cader le braccia e a reso doverosa una spiegazione più approfondita.
Ispirarsi a qualcosa di pubblicato non vuol dire prendere lo scheletro, la struttura dell'opera stampata per svuotarlo e riempirlo di personaggi inventati. Non vuol dire cambiare i nomi e i tratti somatici dei protagonisti, non vuol dire cambiare la materia preferita di Lydia/Hannah da attualità a religione.
Ispirarsi, per quel che mi riguarda, avrebbe voluto dire sfruttare si la cosa della voce narrante suicida che parla per tramite di tredici (ma non necessariamente tredici, ne sarebbe bastata una soltanto magari o il doppio, o quante ci pare) cassette registrate, ma con degli episodi totalmente diversi da quelli del testo originale. In questo caso gli episodi e persino il loro ordine coincideva pari passo:
- il ragazzo che dice di aver fatto zozzerie con lei
- il ragazzo che la classifica miglior culo del primo anno
- la prima amica che si sente tradita perché mentre lei è classificata chiattona Lydia/Hannah è la più figa ed ecco che siccome è una troia (nda collegarsi al primo pettegolezzo) sicuramente si è fatta pure il tizio della lista che era pure il terzo membro del trio d'oro, gruppetto che si trovava ogni giorno nello stesso locale, stesso tavolo, e apriva le sedute con una frase di rito
- il compagno di scuola guardone che la fotografa e le ruba la sicurezza della casa/stanza
- quella con la reputazione di brava e gentile che si finge sua migliore amica, la aiuta a scovare il guardone, sparisce e poi torna quando ha bisogno di un passaggio per andare a una festa e lo chiede a Lydia/Hannah perché così la sua reputazione di persona gentile è salva (nda no, non ha senso, non tentate neppure di trovarlo)
Metà della fanfiction segue pari pari ogni singolo episodio del libro, e davvero non è necessario che continui ad elencare lo squallore di questa opera stampata che davvero, il trionfo del vittimismo e della ficcyna per bimbeminkia.
Ma al di là di quanto poco mi possa esser piaciuto, 13 di Jay Usher è carta stampata. Protetta da diritti d'autore, tutelata dalla legge contro plagi e furti. Non c'è ispirazione che tenga o giustificazione che possa esser pronunciata davanti alla realtà delle cose: hai pubblicato a nome tuo il lavoro di un altro, limitandoti a cambiare i nomi e i piccoli dettagli che hai ammesso di aver modificato. Il resto è uguale, ma peggio ancora nei capitoli figurano di tanto in tanto gli stessi incipit del libro, la stessa struttura inframezzata dai simboli play pausa e stop del libro. Ecclatante il caso dell'episodio riguardante Harry/Clay, dove la registrazione si apre con un "Oh Romeo Romeo. Perché sei tu Rome? Buona domanda Giulietta. Vorrei tanto saperlo anch'io", esattamente come nel tuo capitolo!
La segnalazione te la sei meritata tutta e mi dispiace davvero averlo dovuto fare. Uno perché so da me quanto sia spiacevole ricevere notizie di questo tipo, due perché è una cosa odiosa da fare. Non sono cattiva e non mi diverto a segnalare, mi sento spesso in colpa quando lo faccio e mi sono sentita in colpa nel lasciarti il commento in cui ti dicevo che l'avevo fatto. Ma fondamentalmente hai rubato il lavoro di un'altra persona e ci sono delle regole, all'interno dell'EFP che ti impediscono di farlo. Dici che hai cancellato le tue storie perché eri stufa la gente le copiasse e sfruttasse la tua fatica, il tuo lavoro, per pubblicare delle copie mal riuscite dei tuoi sforzi: cosa pensi di aver fatto nei confronti di questo Jay Usher?
Non ti scrivo perché mi piace vincere facile, né mi aspetto una risposta. Vorrei solo ti fosse chiaro il perché ho agito in una determinata maniera e non era mia assoluta intenzione mettere un freno o un punto fermo circa la tua partecipazione all'EFP. Non scrivi male, quando quello che scrivi è tutta roba tua, ma nel caso di 13 reasons why hai toppato alla grandissima.
Non vinco io, che odio queste situazioni nonostante abbia ragione e mi trovo estremamente disagio nel dover spiegare qualcosa che invece ritengo essere chiarissimo e lampante, e non vinci tu che hai cancellato tutto quanto dal sito. Non vince nessuno, è solo un peccato. La prossima volta, magari, pensaci due volte su prima di appropriarti di qualcosa che non è tuo. Per il resto, buone vacanze.

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante: ovvero il rispetto? Cos'è, si mangia?

Quando, grazie alle tante segnalazioni all'amministrazione di Efp, quelle orrende “storie” ambientate nei campi di sterminio di cui vi ha abbiamo parlato qui e qui sono sparite dal sito, ho tirato un sospiro di sollievo. Sembrerà poco, lo so benissimo, ma ho fatto una promessa tanti anni fa e intendo mantenerla ad ogni costo; far sparire quei cosi che infangavano la memoria e, soprattutto, trapelavano una mancanza di rispetto che invece ritengo insindacabile e dovuto è stato, per me, un modo per onorarla. E non sapete quanta poca voglia abbia adesso di scrivere l'ennesimo post che gronda tristezza e rabbia. In realtà, non ne ho proprio, se devo essere sincera, ma lo reputo un dovere ed eccomi qui, a fissare lo schermo riempirsi di parole che mi affollano la testa e che non riesco a dire a voce alta, a domandarmi cosa prenda a quest'insensata generazione per essere così stupida e meschina, per trovare ancora il modo di descrivervi lo schifo che ho avuto leggendo questa robaccia.
Siamo nel 1943, “periodo della sanguinosa Seconda Guerra Mondiale. Questa vicenda si svolse in una cittadina nei pressi di Aushwitz”, e madre e figlia, rifugiatesi a casa di uno sconosciuto per sfuggire ad un controllo nazista porta a porta, vengono catturate e spedite a Auschwitz (perché è così che si scrive e anche Google lo sa). Ma, aspettate, vi ho detto che il soldato Niall si innamora a prima vista dell'ebrea Rosi? Bam, colpo di fulmine! Sarà stato per i suoi due occhi (ma va? Io pensavo ne avesse, che so, otto!) “nerissimi e lucenti come le ali di un corvo che lo fissavano intensamente leggendogli dentro”, secondo voi? Ad ogni modo, Rosi, non è servito sbattere gli occhioni da cerbiatta per salvarti, non ancora almeno. Eh, come sono insensibili questi nazisti, vero? Infatti, finisce allo stesso modo in un campo di sterminio, girato l'angolo di casa in pratica. In cui, udite udite, la nostra Rosi subisce due stupri e poi la lancia in faccia all'aitante biondino SS ma dal nome inglese che l'ama dopo un giorno o due, non so dirvi precisamente, ma mi capirete se non ho prestato particolare attenzione.
A questo punto, ho chiuso la pagina troppo schifata. In pratica, ho iniziato di malumore e ho finito per incazzarmi. Come si può pensare che una ragazzina di quindici anni subisca non uno, ma due stupri, da due uomini differenti, e la prima cosa che pensi, il giorno dopo, sia di far l'amore con la persona che ama? Tralasciando che ha conosciuto 'sto Niall un paio di giorni prima per cui anche parlare di amore per me è un'offesa verso tutti quelli che provano davvero un sentimento del genere e che di sicuro non si “accende” con due occhi e un sorriso, si può essere talmente stupidi? Mi rivolgo a voi perché io davvero ne ho le palle piene di chi, predicando rispetto giornalmente per i propri idoletti, porta avanti insensati melodrammi ambientati nel periodo che credo uno dei più delicati e difficili della storia umana e ci piazza dentro una caterva di tragedie a più non posso con la delicatezza di un elefante in una cristalleria al solo scopo di suscitare una pietà e commozione irreale, mossa soltanto dalla "presenza" di cinque cantantuncoli, e volta ad ottenere più recensioni positive possibili. Mi domando, a questo punto, se non vendereste anche vostra madre (sempre che non sia già morta per farvi avere più followers su Twitter) pur di ottenere quel briciolo di attenzione che vi sembra più necessaria dell'ossigeno.
Il vero problema è che non vi servirà a niente studiare di più storia a scuola per evitare queste oscenità, perché quel che vi manca è il cervello. Fosse per me, vi spedirei in blocco, di peso, una ad una, in un campo qualsiasi, a toccare con mano il peso della storia, a pestare la stessa terra di milioni di persone morte o mai più state le stesse che hanno varcato quei cancelli, a sentire gli occhi pungere e non poter piangere per rispetto.
RISPETTO.
Quello che voi neanche conoscete, figuriamoci se potete, anche solo lontanamente, provare.
Quel che vorrei è farvi provare per un attimo soltanto cosa sia stato quel periodo, cosa significasse vivere (se di vita possiamo parlare) in un lager e come sia assurdo pensare che una Rosi qualsiasi potesse aggirarsi per le sue stanze. Non siamo in un hotel, cazzo. Non siamo in una vacanza-premio in cui ti innamori dell'animatore turistico belloccio di turno. E non siamo, fortunatamente, più negli anni '40. Siamo di una ficcyna di merda, sgrammaticata, insensata e, cosa più grave di tutte le altre, irriguardosa verso tematiche delicate come è una violenza sessuale. No, mi spiace dovertelo dire, ma non avrai voglia di far l'amore il giorno successivo con l'uomo della tua vita. Né il giorno successivo. Né quello a venire. Probabilmente anche il solo essere sfiorata da un uomo ti farà raccapriccio. Ci vorrà del tempo, della terapia e tanto amore unito a una pazienza infinita. E forse mai lo supererai del tutto. Di sicuro non lo scorderai, purtroppo.
Lo so, gente, lo so. Sono una stracciamaroni assurda e quando tengo davvero alle cose lo divento più di quanto non lo sia normalmente. Penso mille volte a quello che scrivo e mi domando costantemente se quello che scrivo possa essere ritenuto offensivo per qualcuno, perché ho imparato che il tatto, nel trattare con gli altri, è la qualità essenziale e, sebbene sembri una stronza sputasentenze acida e fredda, ho un cuore e mai e poi mai mi sognerei di pubblicare cose indecenti come queste. Per cui, ragazzina cara, la prossima volta, accendi il cervello e, dopo un'accurata analisi su Wikipedia, domandati se sia il caso di scrivere puttanate come queste con una leggerezza e insensibilità che mi danno i brividi e il voltastomaco.
Questo, perdonatemi, dovevo proprio dirlo. Fanculo.

Qui il link sull'Efp.
Se la segnalate anche voi, se vi va, non ci rimaniamo male.
Anzi, magari l'amministrazione si muove più
velocemente se inondata di segnalazioni.

[edit: non ce n'è più bisogno. La nostra ha provveduto a cancellare la storia. Evidentemente le tante recensioni negative che le sono piombate addosso hanno avuto l'effetto desiderato. Grazie a tutti voi
edit #2: no, è stata Erika a eliminare la storia. Mi ha scritto e ve lo riporto: "Grazie della segnalazione, ho eliminato questa storia sia per il contenuto che per gli errori di italiano."
Di nuovo, è anche grazie a voi, lettori adorati!]

sabato 22 giugno 2013

Cronache acide di una lettrice incazzata: tredici ragioni per bestemmiare, parte I.


Lydia Jones si è suicidata.
Eppure è lei la voce narrante di queste ficcyna liberamente ispirata a "13" di Jay Usher, prontamente inserito nel mio lettore ebook giusto per capire se siamo dinnanzi ad un ennesimo plagio sfacciato o se l'ispirazione è sincera (e mi raccomando non venitemi a chiedere il file in pdf che queste cose sono illegali eh!).*
Il punto è che Lydia Jones si è suicidata ma prima di farlo ha avuto la perversa idea di registrare tredici storie  su sette cassette - è così anni novanta che potrei piangere al pensiero di quando facevo la bulla con il walkman e ascoltavo le Spice Girls ciucciando goleador alla coca-cola - e di inviarle a tredici persone diverse con il compito di ascoltarle, sentirsi delle merde umane e poi trovare la vittima successiva designata dalla narrazione stessa. In allegato, una mappa su cui "sono segnati alcuni luoghi fondamentali per la storia. Non posso costringerti ad andarci, certo, ma se vuoi immergerti meglio nella narrazione".
Mi sento già di dire che per essere una tizia morta questa Lydia Jones sta stracciando le palle fuori misura. Perché ovviamente c'è anche un ricatto spaventoso, cosa credete? Se voi come me dopo la prima cassetta avreste preso il malloppo e giocato a "lancia le cassette nel bidone dell'immondizia più vicino", ecco che allora tutto quante sarebbe stato divulgato e la sputtanata sarebbe stata globale. Da cagarsi in mano, neanche #PoveroMalatoDiFiga nei suoi momenti bui incute più timore.
Inutile dire che se l'anonimo ascoltare, Harry Styles ci scommetto quel che volete, optasse per un pomeriggio di svago con lancia le cassette, ecco che non ci sarebbe la storia. Quindi, armiamoci di santa pazienza e possibilmente un ghiacciolo all'amarena per sviscerare le tredici ragioni che hanno portato 'sta spaccaminchia di adolescente ad una decisione tanto drastica.


Cassetta 1 - Lato A

Ovvero della volta in cui Louis Tomlinson si è finto impacciato e timidino per farla innamorare, le ha organizzato a capodanno una sorpresa tutte candele e casa vuota ma ha commesso la tipicamente americana (e degna del peggio telefilm) leggerezza di dire agli amichetti maschi di essersela bombata in cinque posizioni diverse quando invece la signorina tanto innamorata ha tirato il culo indietro e sigillato le gambe perché non si sentiva pronta.
Ora, lo so cosa starai pensando: un semplice pettegolezzo ti ha spinta a fare quello che hai fatto?

La risposta è no, un semplice pettegolezzo ha semplicemente rovinato tutto. Ha rovinato la mia speranza di adattarmi bene, la mia relazione con te, Louis. Ed ha rovinato la mia reputazione ancora prima che ne avessi una.
Un semplice pettegolezzo è stato solo l'inizio di tutto. L'inizio di una vera e propria valanga di eventi.
Io non penso che sia stato questo a portarla al suicidio, ma non perché non lo creda possibile: appurata la mentalità paranoico-egocentrica delle adolescenti di oggi, non mi riesce affatto difficile pensare che una appartenente alla suddetta categoria possa trovare plausibile una motivazione tanto stupida. Semplicemente mi rifiuto di crederlo perché lo spero per lei.


Cassetta 1 - Lato B

Ovvero della volta in cui Niall Horan, il biondo puttaniere, stila una lista dei culi più belli del primo anno, piazza Lydia Jones al primo posto (e Grace Arnott all'ultimo) e le rovina la vita facendo di lei un oggetto che tutti gli ormolesi della scuola posso spatugnare a loro piacimento. Perché è chiaro come la luce del giorno che Niall Horan ha il potere di decretare una cosa del genere e una lista di questo tipo (che io vedo girare per le classi dalle elementari senza mai provocare danni di sorta se non all'ego delle ultime classificate) sancisce una verità che Dio scansate, i tuoi dieci comandamenti non valgono un cazzo al confronto. Makes sense.

Sei qui non per quello che hai fatto, ma per le ripercussioni che quella lista ha avuto. E la responsabilità è tutta tua. Non del ragazzo che ha cercato di palparmi. Tua.
Perchè se solo quella lista non ci fosse stata, se invece di scriverla avessi passato quel pomeriggio guardando porno come tutti gli adolescenti normali, probabilmente quasi nessuno dei fatti che sto per raccontare sarebbe accaduto.
Semplice.
Ma tranquillo, non angosciarti. Anzi, sai cosa? Non scomodarti nemmeno a venire al mio funerale. Hai tutto il resto della tua vita per sentirti in colpa.
PENTITI!
Pentiti Niall Horan, colpevole di non aver guardato porno in gioventù preferendo farsi trastullare dalle ragazzette piuttosto che trastullarsi da solo. Pentiti e brucia all'inferno fino alla fine dei tempi.


Cassetta 2 - Lato A

Ovvero di quando il fantasma di Lydia Jones respira contro il registratore ed è la causa del colpo apoplettico dell'anonimo ascoltare nel momento in cui riprende a parlare. Fine della storia.
....
Seh, ci piacerebbe.
La verità è che la cassetta 2 contiene la storia di Grace Arnott la CulonaChiattona, ultima classificata nell'affidabilissima lista di Mister - Brucerai all'inferno - Horan. Che si scoprono essere le prime due persone che la nostra fantasmina perversa ha conosciuto nella nuova scuola, entrambi nuovi arrivati, entrambi forever alone. Non posso fare a meno di chiedermi, citando l'onnipresente e pluridetestata Carrie Bradshaw, come sia possibile allora che un nuovo arrivato e la sua lista di stocazzi abbiano così tanta influenza a livello scolastico. Mah. Mentre ci arrovelliamo su questo dilemma, la faccio breve e vi informo che Lydia e Grace ovviamente diventano culo e camicia in zerodue. E anche Niall fa parte della combriccola che si riunisce ogni pomeriggio al Red Velvet e dopo aver giurato "solennemente di non aver buone intenzioni" (Zia Rowling, perdonali perché non sanno quello che fanno") si raccontano vita, morte e miracoli senza nessun senso del pudore. Il dramma ovviamente esplode dopo la presunta favolosa scopata con il Plasticato e dopo la liste di Mr. Pentimento Horan. Le due si incontrano, e la CulonaChiattona accusa la sua bff di aver ciulato con il biondino del suo cuore. TRADIMENTO! Come hai potuto Grace ascoltare i pettegolezzi e non chiedere spiegazioni? Come hai potuto farle questa scenata di gelosia - perché palesemente sei innamorata di Niall - e accusarla di averlo fatto per avere il posto su quella lista? Non puoi semplicemente accettare il fatto che sei una CulonaChiattona?
Ed è stato allora che ho capito che tu non eri mai stata mia amica, che non ti eri mai fidata di me dall'inizio. Mi stavi accusando in base alle voci che avevi sentito a scuola, in base alla mia 'reputazione'.

(Louis, grazie ancora.)
E, cosa peggiore, mi stavi accusando di aver tradito la tua amicizia per uno stupido posto su una stupida lista.
Ho cercato di negare, di spiegarti. Ma non mi hai dato tempo nemmeno di finire una frase. La tua mano è stata velocissima e mi ha raggiunta ancora prima che realizzassi di stare per essere colpita.
Quando ho sentito il forte dolore alla testa mi sono resa conto che in mano avevi ancora il braccialetto d'acciaio e che senza volerlo mi avevi colpito con quello.
Mi hai guardato spaventata per un momento, poi la spavalderia ha avuto il sopravvento e te ne sei andata senza dire altro, lasciandomi al Red Velvet con decine di occhi puntati addosso.
Mi hai umiliata, Grace.
Ma, peggio di tutto, mi hai dimostrato che non mi potevo fidare di nessuno.
Ho una cicatrice, sai?
È piccola, alta su sulla fronte. Quasi non si vede, coperta dai capelli.

Lydia, non dare la colpa agli altri. Gli amici e il ragazzo di merda, alla fine della fiera, te li sei scelti tu.


Cassetta 2 - Lato B

Ovvero di quando Jeremy lo spione viene beccato a spiare. Quello che si è appostato sull'albero che da sulla finestra di camera sua e si è messo a fotografarla senza vergogna, quello che lei non ha denunciato alla polizia perché il pensiero che qualcuno la spiasse le "appesantiva lo stomaco". Inutile dire che al mattino dopo ha un grandissimo bisogno di parlare con qualcuno, ma siccome una persona competente è fuori discussione, ecco che si rivolge ad un'emerita sconosciuta che ha la fama di essere una buona ascoltatrice. Poi però non venire a lamentarti se la gente ti crede una facile, eh, visto che sei la prima a giudicare le persone in base alla loro reputazione. Non contenta, accetta pure di farla dormire in casa sua. Una sconosciuta. Però eh, bravissima ad ascoltare e a fingere porcate lesbo per far scattar foto al nostro povero guardone. Non lo beccano, non subito, ma il giorno dopo a scuola è evidente che sia lui il colpevole.
In ogni caso da quella sera ho sempre dormito con le veneziane ben abbassate. La luce delle stelle e della luna non entrava più in camera, l'avevo chiusa fuori.
Perchè? Perchè hai dovuto togliermi l'ultimo luogo sicuro che mi restava?
La mia casa... la mia stanza!
E, onestamente, avrei preferito non sapere che eri tu. Avrei preferito non odiarti e schifarti a tal punto.
La prossima volta, Lydia, chiama la polizia.


Cassetta 3 - Lato A

Ovvero di quando Molly Walker, la Stronza brava ad ascoltare, viene accusata di essere causa del suicidio di Lydia Jones. Perché la sconosciuta dell'ora di trigonometria, quando va dalla nostra defunta Jones a chiedere ma allora lo stronzo l'hai beccato?, si ritrova davanti un muro che non intende parlare ed ecco che giustamente torna a fare la sconosciuta che è. Mica una serata assieme vi rende bff, del resto, che ti aspettavi?
Quindi, quando mi hai chiesto di venire da me una seconda volta, di beccarlo nuovamente, ed io ti ho detto di no, il tuo entusiasmo è sparito repentinamente.

Ed hai smesso di parlarmi.
A trigonometria ti sedevi da un'altra parte, dimostrando di essere davvero matura, quando ci incrociavamo nei corridoi abbassavi lo sguardo o cambiavi rotta.
Ed io ho iniziato a scusarmi e scusarmi e scusarmi. In continuazione. E così facendo ho perso rispetto per me stessa, mettendomi in ridicolo per te. Perchè ero ridicola, non è vero?
Si, confermo. Questo tuo bisogno da cucciolo di attenzioni e considerazione ha sfiorato il patetico, tanto più con una persona a cui tu non hai permesso di avvicinarsi e di cui non sai nulla. Però volevi tanto essere sua amica, e quando lei ha reagito come ogni normalissima persona farebbe ecco che è colpa sua se ti sei suicidata. La logica non fa una grinza. E quando poi lei torna, a detta tua per salvare la facciata di persona gentile e disponibile, e ti chiede di andare ad una festa assieme ecco che vuoi vendicarti. Ecco che è una falsa. Ecco che devi farle qualcosa di brutto. Tipo una foto assieme, scattata proprio da Jeremy. Come questa possa essere considerata una vendetta, sarò sincera, non mi è affatto chiaro.
Lydia, cara, forse hai ragione a dire che sei completamente impazzita.
Dici un sacco di fregnacce, specie per una persona che è già morta.

Cap. 1 -  6, qui il link all'EFP.

*Nel momento in cui pubblico ho ben che ultimato la lettura del libro in questione e posso affermare senza paura che siamo davanti ad un platealissimo caso di plagio con tanto di segnalazione per le storie scelte. 
Ora  anns, l'autrice, vanta un'ennesima segnalazione. Per aver rubato  una trama che non le apparteneva.

mercoledì 19 giugno 2013

Cronache acide di una lettrice incazza: diamo la colpa al caldo.


Finalmente è arrivata l'estate.
Dico finalmente perché sono una creatura marina, ma dovrei dire mannaggiaacristo perché mi ritrovo nella situazione di andare a fisioterapia ogni mattina e al lavoro ogni pomeriggio; il mare lo vedo solo se decido - correndo il rischio di morire disidratata - di fare le così dette rive per tornare a casa. E avendo una pressione che non è bassa, è proprio inesistente, generalmente evito altrimenti finisce come ieri che sono praticamente svenuta in motorino. No massa simpatico, no.
Ma finalmente è arrivata l'estate, e quale modo migliore per celebrare la stagione dei gelati se non con un po' di zucchero filato? Scommetto, porcellini del web, che dopo aver letto la precedente sinossi della ficcynapiùamatadelmondo vi siete subito fiondati a comprare la macchinetta per farlo a casa in tutta comodità!
Il nostro #PoveroMalatoDiFiga deve averla ordinata su amazon in zerodue, no doubt about it, e nell'attesa della consegna invece se ne sta seduto sul water mentre Bo si lava e ci delizia della profondità millimetrica delle sue riflessioni più intime. Che si limitano all'Edwardiano pensiero "spero non abbia paura di me", fondamentalmente, niente che valga la pena riportare. Del resto è troppo impegnato a combattere il ritrovato pudore di lei - "No, Harry, non voglio che tu mi veda nuda anche se mi hai già vista nuda perché ahhhhhhh! Sono una femminuccia isterica!" - e a realizzare che effettivamente se una donna si fa la doccia e poi viene avvolta da un asciugamano e si infila una maglietta alla cazzo beh, difficilmente avrà addosso pure il reggiseno. Fortuna che il nostro eroe non si lascia intimidire dalla suorina che ha per morosa - "No Harry, non voglio che mi guardi le tette che hai già visto perché ahhhhh! Sono una femminuccia isterica!" - e stringe una clamorosa amicizia con #LeGemelle, altrimenti noi non avremmo mai avuto sapere che il Signor Padre di Bo è morto in un incidente d'auto che le ha sfregiato proprio una tetta. I problemi della vita. Anyway, ovviamente riesumare il doloroso episodio minaccia di farla piangere, quindi perché non farle toccare una diversa cicatrice?
Era come se stesse sul punto di piangere. Per questo motivo agii in fretta, togliendo la maglia dal mio petto mentre mi inginocchiavo accanto a lei. Non avevo mai mostrato apertamente a nessuno il mio segno; un paio di ragazze avevano scoperto quell'orribile ricordo mentre ci esploravamo l'un l'altro i corpi nudi, ma era qualcosa che avevo sempre cercato di nascondere.
Afferrai la piccola mano di Bo nella mia, portandola in alto sul mio fianco. Lei sembrò leggermente confusa, ancora con le lacrime che cercavano di uscire, ma continuai comunque. Chiusi gli occhi quando la portai appena sotto l'ascella; le sue dita toccarono leggermente i peli mentre alzavo il braccio sopra la testa. Feci sfiorare le punte delle sue dita sulla linea frastagliata e in rilievo lunga un paio di centimetri. Lei si sedette leggermente, cercando di guardare meglio.
"C-cosa.."
Guardò ansiosamente verso di me, la sua mano libera afferrò il mio polso per supporto.
"Ho cercato di proteggere mia madre... mio padre aveva una bottiglia."
Bo sussultò: c'era paura nei suoi occhi mentre si sedeva completamente accanto a me. Lasciai andare la sua mano ma lei la tenne lì, continuando a sfiorare la cicatrice.
"Oh, Harry." Sussurrò.
STA A VEDERE CHE SE LA SCOPA! E se non se la scopa, sicuramente l'ha liberata da quell'aria da puritana da due soldi, perché detto fatto Bo non esita nel dare il permesso di uscire a #LeGemelle che si godono un simpatico pomeriggio di giochi interrotto sul più bello da una pallosissima rivelazione: come già tutti noi sapevamo sarebbe successo, #PoveroMalatoDiFiga ha ripreso i contatti con madre e sorella, tutto grazie a Bo che l'ha convinto a chiamarle. Blablabla BORING come tutto quello che segue, l'amico Louis che hackera non si sa bene cosa e trova il numero delle due donne scomparse in neanche cinque secondi, la telefonata strappalacrime con la sorella, l'incontro con entrambe e i rancori accumulati immediatamente perdonati - "Ci hai abbandonate quando avevamo bisogno di te!" "Non credevo mi voleste" "Sei un povero idiota" - e davvero, ha senso parlarne? Ovvio che vogliono conoscere la sconosciuta morosetta, stupisce solamente non abbiano nulla da ridire sul suo insulso nome. Che meraviglia il mondo delle ficcyne, dove tutto gira sempre nel verso giusto! Per dire, il fratello dell'avversario di #PoveroMalatoDiFiga si presenta a casa sua per raccomandargli di non tirare il culo indietro e nessuno si sconvolge più di tanto all'idea che il primo sconosciuto che passa sappia perfettamente indirizzo e numero civico di un tizio che non conosce e si presenti fondamentalmente per minacciare.



Lasciamo poi perdere quello che lui ha da dire sul povero sventurato, nuovo collega di Bo, che ha la malsana idea di chiederle il numero per fare un giro e conoscere il quartiere! Gli fa una scenata tale che manco il più terrone dei terroni doc (senza offesa) si permetterebbe, chiudendola addirittura in macchina per andare a cantargliene quattro. Non stupisce del resto, il piattume assoluto di questa trama annacquata ha bisogno di piccoli picchi di dramma per mantenere viva l'attenzione, specie visto il rating rosso e la plateale assenza beh, proprio del sesso. Inutile dire che lo scopo di queste scenette da mentalità medievale servono poi a giustificare un altro tipo di scenette, da latte alle ginocchia.
"Perché l'hai fatto?" Gli chiesi a bassa voce.
La sua presa si strinse quando capì che ovviamente mi riferivo al piccolo show che aveva messo su davanti a Dan. Vidi i suoi occhi spostarsi sul segno dolorante che aveva inflitto sulla mia pelle pallida.
"Deve sapere." Disse Harry freddamente. "Lui non può averti.... nessuno può."
Perché pensava che avrei lasciato che questo potesse accadere?
Non avevo mai avuto una relazione prima di allora ma sapevo che non bisogna andare a zonzo con un altro tipo quando si ha un fidanzato.
E poi perché diavolo avrei voluto farlo, in ogni caso.
Io avevo Harry.
Lui era tutto ciò che volevo.
"Non ti fidi di me?"
Dalla mia voce trasparì più dolore di quanto avrei voluto.
"Certo che si. E' di lui e di chiunque altro che non mi fido."*
Inqualificabile, perché le cose si fanno sempre in due e tutti ricordano il clamoroso limone con #Troione no? Per quanto questo mi crei del non indifferente disagio, mi trovo in totale accordo con Bo che, giustamente, sta lì a rimuginare sul perché lui debba essere così troglodita da ribadire qualcosa che tutte le persone in una relazione danno per scontata e pienamente assodata. Diamo la colpa al caldo e andiamo avanti, perché finalmente si parla del famigerato combattimento!
E qui devo gridare all'ennesimo plagio: dopo Twilight, ecco che mi ritrovo a leggere una cosa che è ripresa sputata sputata da Un incantevole disastro, ennesima ficcyna indegna finita su carta stampata nonché ideale libricino da ombrellone nel caso vi venga voglia di farvi un due risate in faccia a chi lo definisce un capolavoro. Per non spoilerarvi quello che probabilmente sarà il mio prossimo post, per farla breve vi dico solo che il protagonista maschile, oltre ad essere uno sciupafemmine senza possibilità di redenzione, è un violento con problemi di gestione della rabbia che si paga gli studi con combattimenti clandestini. La protagonistra femminile, dall'improbabile e inascoltabile nomignolo "Pidgeon" - non è uno scherzo, lui la chiama "piccione" per davvero -, ovviamente non vuole che lui combatta. Come nel libro, anche in Dark il combattimento decisivo si svolge in un posto che non piace alla protagonista dal nome orrendo, il combattente chiede ad un amico di tenere d'occhio la ragazza, lei ha una sensazione orrenda circa come andranno le cose. Fortunatamente Pidgeon non ha la geniale idea di andare a imbucarsi nello spogliatoio improvvisato dell'avversario, come invece fa Bo. Perché quando una è furba, lo è fino in fondo.
"Signorina, non può stare qui."
Ignorai la voce irritata, concentrandomi sull'enorme ragazzo davanti a me. Lui era seduto, prendendo un sorso d'acqua dalla bottiglia mentre mi guardava. I suoi capelli scuri erano tagliati cortissimi, dei tatuaggi gli decoravano la pelle sulle braccia. Ma la mia osservazione s'interruppe bruscamente quando si rivolse a me.
"Che posso fare per te, tesoro?" Sorrise.
La sua espressione era lontana dall'essere di conforto.
"Annulla il combattimento." Chiesi.
Cioè, una mente superiore. Come abbiamo fatto a non pensarci prima, se non vuoi che il tuo morosetto che combatte per soldi, invischiato probabilmente in un giro di scommesse da urlo, di andare a chiedere al suo poco rassicurante avversario - quello che sfregia le ragazze dopo il primo appuntamento - di cancellare il match. Come abbiamo potuto non pensare ad una cosa tanto semplice! COME! Perché una cosa del genere avrebbe fatto incazzare chiunque, tanto più una persona con evidenti problemi di gestione della rabbia. Come risolve #PoveroMalatoDiFiga? Ovviamente non manda via Bo, ma se la tiene vicino per una lunga serie di pallosissimi limoni portafortuna. A noi non ce ne può fregar di meno di quel che fanno le loro lingue in un buio corridoio, quindi arriviamo al dunque: Bo non regge lo scontro. Mentre l'amore della sua vita, il suo primo ragazzo, le piglia di santa ragione con la scusa del "trovo il suo punto debole così poi con un pugno lo stendo", lei prende e se ne va in un mare di lacrime, picchia Tom scambiandolo per non si sa bene chi e quando torna al cospetto di Harry controlla che abbia ancora tutti i denti. #Priorità, come si suol dire. Inutile dire che ha vinto in due round e nell'euforia generale viene sganciata la bomba:
"Fai l'amore con me."

Cap.  32 - 36, qui il link all'EFP.
*Non mi riesce di formattarlo decentemente, chiedo scusa.

domenica 16 giugno 2013

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante: quando speri che quelle quattro pareti crollino velocemente su se stesse.

Ci sono delle volte in cui le quattro pareti della mia stanza mi sembrano troppo piccole e mi inducono un malessere e una nausea che non riesco a spiegare né capire, ma da quando ho letto These four walls ho dovuto rivedere le mie idee e arrivare alla conclusione che di sicuro son meglio di quel lugubre scantinato barra tugurio nel quale è rinchiusa Quinn (ciao, Glee, ciaone proprio).
Se pensavate che Danger fosse la regina delle fyccine oscene sul biberon più seguito su Twitter (no, non sono fake profile, invidiosi!), temo che dovrete ricredervi, perché è arrivata MeriD96 (e dovrebbe spiegarmi come faccia a sedici anni a inventarsi pornazzi che Rocco Siffredi ma chi sei?), con la sua fyccina, dal rating rosso passione e sangue, 1733 recensioni al momento (sì, avete letto bene) e un tripudio di avvertimenti come contenuti forti, non-con (ovvero stupro), violenza, dark, drammatico e triste. E manco uno sticazzi, dico io.
La scena si apre con la bimba più scema ever dopo Kelsey e Bo che si risveglia e scopre tragicamente di non essere nel suo lettino a far cosacce coi cartonati dei suoi idoli ma d'esser stata rapita da dei tizi squinternati che le fanno bere della robaccia, le tagliano le braccia, la prendono a cazzotti e rivelano al capo, aka #IlRagazzoConGliOcchiColorMiele, che è “B positivo”. Grida di giubilo, sorrisi gioviali e festeggiamenti tali che mancano solo le bandiere dell'Italia sotto al Colosseo o il trenino di Capodanno sulle note di Brigitte Bardot Bardot, Brigitte beijou beijou. Ma, un attimo, dove siamo finiti, alla sagra del vampiro di Forks? Edward Cullen, ci sei anche tu? No, lui non c'è e forse sarebbe stato meglio. 
Ovviamente, Quinn non capisce cosa succeda (l'intelligenza è sempre una qualità essenziale delle protagoniste fycciniane) e ad una ragazza domanda, nel pieno della suspense narrativa, "Tu non mi vuoi aiyaer?" Ora, oltre a voler ballare su A-E-I-O-U-Y, se ti ha rapita, cosa ti fa pensare che voglia darti una mano? Se questo non bastasse, per confermarci ancora di essere la mente più veloce di New York, Quinn ci descrive l'ambiente in cui si trova: "C'erano tantissime boccette, e materiali per esperimenti chimici, sembrava una farmacia. Ma di certo i farmacisti non erano così tanto scontrosi". Ah, tu non hai mai visto la mia farmacista, cara e, osservazione banalotta, sappi che il tuo spacciatore non è un farmacista.


Ma vogliamo parlare della scena in cui compare il boss con gli occhi miele (continuo a pensare a Winnie Pooh)? Purtroppo non è quello delle torte, ma quello degli omogeneizzati; spero vi vada bene lo stesso e sappiate accontentarvi. A quanto pare, da quelle parti si collezionano pischelle, e, se proprio ha bisogno di adolesceme ed è ridotto così male da esserne ghiotto, io saprei raccomandargliene parecchie di cui faremmo a meno. Evidentemente ha fame, perché gli amichetti se ne escono con un "avevi ordinato una ragazza", eccoti servito. Dovrò ricordarmi di chiedere ai suoi scagnozzi col pannolino di portarmi una pizza mascarpone e speck per le otto e mezzo, già che ci sono, e, se non sbaglio, una salame piccante e olive per @CoerenzaBat. Tanto paga Juss. Al quale, Quinn, rapita e malmenata brutalmente da più persone, compreso Mister Honey, pensa continuamente mentre due le aprono un braccio con un coltello ("lui andò ancora più affondo, piano piano sentivo sempre di più il polso bruciarmi e colorarsi di rosso" <-- Art Attack!), finendo con il rimuginare sulla sua vita perfetta fino a quel giorno. Della serie "Se quel giorno non fossi andata in palestra non mi sarei trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato": oh, vedete perché mi tengo alla larga da quei luoghi macabri? Non sia mai che un superpalestrato decida di catturarmi e portarmi da Bieber. Allora lì sì che sarebbero cazzi amari. Altro che quel tizio con la cresta (tenetevi sempre lontano dai punk, fidatevi) che le infila la lingua giù per la gola e la vuol violentare. 

Sorrise posò le sue labbra sulle mie. Io lo scansai e corsi dall’altra parte della stanza ma lui ovviamente mi raggiunse senza problemi e ricominciò a baciari con foga, poi si sfilò la maglietta nera e rimase a petto nudo schiacciato contro di me.
-Hai un ragazzo? Chiese sul più bello tappandomi la bocca.

Sorvolando sugli orrori linguistici che fingerò di non aver visto mai, avete presente quel bellissimo momento nel quale state per essere stuprati e tutta l'atmosfera si rovina per una frase di troppo che viene detta? Ecco, io no. Credo che nessuno possa trovarci qualcosa di lontanamente carino e degno d'essere rimembrato nei secoli a venire, quanto piuttosto la vincano lo schifo che non si può cancellare e l'orrore col quale convivere perennemente. Ma Quinn evidentemente ha trovato l'ago nel pagliaio, il raggio di sole nel cielo coperto di nubi, del buono in un mare di cattiveria. Applausi a scena aperta.


No, ok, scherzavo: fatti curare da un bravo psichiatra, Quinn, e tu, MeriD96, perché posti boiate, figliola?
Da Efpiana, posso candidamente ammettere che ricevere recensioni sia bello. Frequento il sito da sei anni ormai, ho scritto (e cancellato) tante storie e, soprattutto, ci ho conosciuto persone incredibili (altre un po' meno, ma va bene così), che posso dir di reputare amiche, tra cui la Chiù che so che tutti amate, e so per certo quanto sapere il parere di un'altra persona su ciò che si è scritto serva. A migliorarsi, principalmente, per come la vedo io. A confrontarsi, su opinioni e punti di vista differenti. A condividere delle passioni, come può essere il fangirl estremo su Orlando Bloom (considerate questa frase un coming-out, gente) col quale ho beccato le mie pazze del cuore. Ma non ho mai pensato che ricevere tre recensioni piuttosto che ventisette fosse brutto. Certo, alle volte trovare mille letture e una recensione può sembrare un po' rude, a prima vista, ma preferisco concentrare l'attenzione su quell'unica persona che ha sentito la necessità di scrivere qualcosa piuttosto che rosicare per le 999 che non l'hanno fatto. Allo stesso modo, per me scrivere era ed è un bisogno, un modo per sfogare quello che la voce si rifiuta di pronunciare, per esorcizzare paure e delusioni, per dar libero sfogo un po' a quello che mi passa per la mente, fondamentalmente. Per questo, capirete quanto mi irriti i nervi vedere bimbette che, infischiandosene delle basilari regole di grammatica, scrivono di stupri e assassini come fossero il loro pane quotidiano e usano temi delicati in maniera bislacca pur di ottenere una recensione in più. A ciò dobbiamo aggiungere che la solerte nostra autrice (che mi perdonino, se possono, tutti i veri autori per l'improprio uso del termine) concluda ogni bruttissimo capitolo con una bellissima minaccia che suona più o meno così: “se non ottengo X recensioni, non aggiorno la storia”. E le pecore accorrono, omologate alla massa e vogliose della fatidica scena di stupro (di branco?) sulla quale sbavare come se fosse assolutamente normale.
Mi altero non poco con queste storielle, ultimamente. L'avrete notato. Ma, e chiedo scusa, una cosa voglio aggiungerla: Oh, Dea delle fyccine macabre-erotiche, calati meno acidi e scendi dall'Olimpo in cui ti sei stanziata abusivamente. [Non vorrei dirtelo, ma tant'è: è contro il meraviglioso regolamento di Efp e io t'ho segnalata.]
Dove diamine è finito lo “scrivo per me, non importa quante recensioni riceverò” che io ho stampato in mente? Davvero per queste stare in cima alla lista delle più seguite e/o preferite è così fondamentale? Dio, che vite vane.

Questa è These four walls, gente, e io spero proprio che quelle quattro pareti li ricoprano tutti quanti. 
Amen.
Qui il link sull'Efp (cap. 1-2).

Ps: come mi è stato insegnato oggi, non continuo questa meravigliosa storia se non arriviamo a 5 commenti, bimbi belli. Vedete di salvarmi e fermarvi prima, quindi. Niente scherzi!

giovedì 6 giugno 2013

Dovevo proprio dirlo: quando partecipi ad un concorso e loro ti fanno cancellare la storia dall'EFP.


Sono una persona che ha grandissimo rispetto delle regole, nella vita reale così come nel web.
Non parcheggio in divieto, non imbroglio, non ho mai copiato ad un esame (bugia, allo scritto di Diritto Privato ho copiato ma voi davvero non avete idea di cosa fosse quel professore, e comunque è stata la prima e unica volta di tutta la mia carriera scolastica e accademica). Fatta eccezione per una fase estremamente ribelle alla scuola materna, nella quale esprimevo dissenso mordendo il naso ai miei oppositori, sono sempre stata estremamente pacata e rispettosa di tutto e tutti, e posso vantare di essere onesta al limite della stupidità palese. Purtroppo le disgrazie non vengono mai da sole, e tra i miei innumerevoli difetti è presente all'appello anche l'incapacità di stare zitta e indifferente quando qualcosa che per me è sacro - come le regole, per l'appunto - mi si ritorce contro di punto in bianco.
I lettori (ciao spapuzzini di casa <3) di questo blog a questo punto l'hanno più che capito che le cose, io, devo proprio dirle - e se non l'hanno capito forse è il caso si facciano un due domandine -, quindi senza perderci in un bicchiere di lacrime da directioner in preda ad un umido deliquio arriviamo al sodo: ho partecipato ad un concorso indetto sul forum dell'EFP. Zan zan zan zan! Non sarai mica così sfigata da partecipare con quella figata atomica (...) che è Glitter solo per ricevere complimenti e magari un riconoscimento, direte voi. Ebbene si. A me le recensioni piacciono e non ho paura di dirlo. Altrimenti terrei tutta la mia opinabile produzione con aspirazioni letterarie ma molto spesso imbarazzante (per gli amici PCALMMSI) chiusa nel mio pc, senza preoccuparmi di pubblicarla su uno dei maggiori siti di scrittura amatoriale in Italia e di spammarla sul mio account twitter o sulla pagina fb che mi sono autodedicata in un momento di feroce megalomania mediatica. Vedete? L'ho rifatto pure ora. Perché ricevere considerazione piace a tutti, tranne forse alla Cee che è una delle persone più modeste abbia mai avuto il piacere e l'onore di conoscere, e non stiamo qui a smacchiare giaguari (cit.), se siamo sull'EFP è perché bene o male abbiamo interesse a sapere cosa le persone, gli ignari lettori sparsi ai troppi cantoni d'Italia, pensano di quello che abbiamo la pretesa di volere (e sapere) raccontare.