domenica 31 marzo 2013

Cronache acide di una lettrice incazzata: edizione Pasquale!

È Pasqua. Giorno Santo, dedicato alle uova di cioccolata. Non potendovi offrire un uovo con sorpresa (c'è crisi e sono sottopagata), metto rimedio alle mie mancanze con l'edizione pasquale delle Cronache Acide live from la rinomatissima località di Musile di Piave, terra natia di #moroso.
Praticamente si parla di #Dark, come ogni domenica, perché così gira a me, ma le diamo questo nome un po' altisonante per giustificare la lunghezza ridicola di questo post. Quindi ora fate partire il jingle della sigla e via con il riassunto delle puntate precedenti!
  • Scambio notturno di sms semi piccanti 
  • Seratona pizza e gelato con amiche inutili che mandano sms provocatori al posto di Bo
  • Bo passa davanti a un pub dove gente ubriaca si picchia
  • Bo si lancia in mezzo alla gente ubriaca che si picchia, nonostante abbia riconosciuto Jake il mancato stupratore e #PoveroMalatoDiFiga
  • Non contenta, si porta a casa #PoveroMalatoDiFiga che tanto la signora Heather non c'è e si gioca alla crocerossina col paziente letteralmente sanguinante. Perché gli ospedali e il servizio sanitario in generale ci fanno schifo.
Molto bene.
A questo punto la cosa più logica è infilarsi sotto il piumone con lui mezzo nudo e ancora stordito di botte e alcol e fargli una domanda "gli tocca i nervi". E qui, La Svolta.
Il POV di #PoveroMalatoDiFiga.
Nessuno mi aveva davvero mai chiesto di loro prima d'allora. Gli occhi blu di Bo guardavano i miei mentre aspettava che dicessi qualcosa.
Forse fu l'alcool che ancora scorreva nel mio corpo a darmi la spinta di cui avevo bisogno per pronunciare quelle parole che lentamente uscirono dalle mie labbra.
"M-mio padre picchiava mia madre." Balbettai.
La banalità.
Padre picchia la madre, il bambino si fa i complessi perché non può aiutare la madre. E siccome non c'è mai fine al trash, allora come la madre caccia il padre di casa ci si mette la sorella che, giustamente, si innamora proprio della fotocopia del padre. Citerei Tolstoj, ma non sarebbe esatto dire che tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo. In questo caso, nel mirabile universo delle ficcyne scadenti, tutte le famiglie sono infelici alla stessa identica maniera. Le famiglie felici proprio non esistono, né le famiglie normali, perché la volta che #PoveroMalatoDiFiga alza le mani sul moroso violento della sorella finisce che viene esiliato dalla sua stessa casa dove improvvisamente tutti hanno paura di lui. Makes sense.
L'unica a non avere paura di lui è Bo.
"Io so cosa sei!"
"Dillo...ad alta voce...dillo..."
"Un vampiro!"
"Hai paura?"
"No!"
Ah no, scusate.
Questi sono Edward e Bella nel film di Twilight (non ho sbatti di andare ripescare la mia versione economica del libro, ovunque essa sia sepolta), ma presumo non sia difficile per voi immaginare che la ficcyna non si spinge troppo lontano da ragionamenti di questo tipo che culminano nel classicissimo "io voglio proteggerti" sussurrato molto dolcemente da un inquietantissimo #PoveroMalatoDiFiga che, lesto lesto, le si sta astutamente avvinghiando addosso mentre la stordisce di chiacchiere. Dai che inzuppi Harry, siamo tutti con te! Puoi farcela! Yes you can! 

Il cervello di #PoveroMalatoDiFiga nell'istante in cui crede di riuscire a inzuppare il biscottino.

Il cervello di #PoveroMalatoDiFiga quando realizza che no, neanche oggi riesce a inzuppare il biscottino.

Perché no, non è ancora il momento, non cantate vittoria troppo presto: la tortura è ben lontana dal giungere ad una conclusione. I due dormono, e la mattina dopo lui se ne va lasciandole un bigliettino dove le impone un appuntamento per la sera stessa. Appuntamento nel quale lei dovrà per forza di cose indossare un vestito, specifichiamo. Ovviamente non va per il sottile, e ne mette uno da 100% battona anche se sono una suoretta nel momento del bisogno, di modo che lui possa sottolineare lo splendore del suo culo con un commento #PoveroMalatoDiFigaDOC. Non che serva proprio dirlo, Bo sa già perfettamente che "aveva controllato per bene: la camminata fino al club era stata piena di occhiate persistenti e tentativi di stringere il mio sedere." Sweet. Un amore. E per confermare la sua spasmodica, insostenibile necessità di inzuppare, ecco che le chiede di ballare per lui dopo averla sbronzata con due cocktail.
Mi resi conto degli sguardi degli altri maschi presenti, che mi osservavano mentre continuavo a muovere i fianchi. Ma nessuno di loro provò anche solo ad avvicinarsi. Sapevano che ero di Harry.
Non avevo mai ricevuto questo tipo di attenzioni prima di allora, ma continuai comunque a ballare. Il mio sguardo era rivolto solo verso il ragazzo dai capelli ricci seduto al bar: si portò il drink alla bocca mentre continuava a guardarmi da sopra il bicchiere. Gettai la testa all'indietro, i capelli lunghi scivolarono sulle mie spalle: mi sentivo come se noi due fossimo le uniche due persone presenti in quel club.
Manco a dirlo è una bomba sexy all'occasione. Questa verginella riottosa da due soldi, se sufficientemente carburata con qualche cocktail, ecco che diventa una Sporcacciona con la S maiuscola. In vino veritas, decisamente, viene fuori la sua vera natura. Da zoccola.
Quanto al ritorno del potere oscuro del succhiotto, ci è fin troppo famigliare il funzionamento di questa trappola mortale: tutti i presenti hanno ben chiaro che lei gli appartiene. Sua. Comprata in saldo alla Lidl. Fija mia, ormai il segno dovrebbe esser ben che scomparso! E questo tuo attaccamento morboso a #PoveroMalatoDiFiga sta diventando preoccupante, non ti cagavi in mano solo ad incrociare il suo sguardo verdissimo? Da persona che ha ricevuto succhiotti, posso assicurare che no, non è un vincolo per la vita. Non è che uno ti spacca qualche capillare e zac! siete automaticamente sposati. Non è un marchio permanente, un tatuaggio, qualcosa che al buio lampeggia e proietta sopra di te la scritta "io appartengo a tizio che mi ha fatto il succhiotto". Proprio no. Ma a questo punto del nostro viaggio nel triste, perverso mondo delle ficcyne e delle Directioners va da sé che il ragionamento invece è l'opposto. Quindi "ti faccio un succhiotto → sei mia".
Per proseguire, però, serve un rapido lavoro di immaginazione e memoria. 

La foto della carta d'identità di #PoveroMalatoDiFiga

Questo bel visino così apparentemente pulito ma in realtà ricoperto da strati e e strati e strati di fondotinta per nascondere l'imperversante acne tipica dei giovani inglesi abituati a mangiar merda e bere birra al posto dell'acqua, è Harry Styles. Il nostro #PoveroMalatoDiFiga dal corpo perfetto e gli occhi che si fanno scuri a seconda del suo grado di eccitazione, il violento e pericolo tizio che ha steso un altro tizio con un pugno nella fatidica notte in cui ha perso il controllo, Mister "Ti farò sentire così bene", Colui-che-non-riesce-ad-inzuppare.
Assai ninnino, parecchio cuccioloso, non è che sono cieca o altro, è indiscutibilmente bellino nel suo non fosse che solo a guardarlo lo scarto automaticamente perché mostra tipo quindici anni scarsi. Occhi grandi, bel sorriso, capelli bimbominkiosi per farlo sembrare più piccolo di quanto non sia (più sembrano giovani e più attirano pubblico giovane, più pubblico giovane attirano e più vendono!), un cucciolo di labrador di un mese circa in braccio. Voglio che lo visualizzate per me, perché è quello che fanno loro. Fatto? Bene.

"La senti?"
Mi irrigidii, il mio respiro accelerò quando una dura erezione premette contro di me.
"Ecco quanto ti voglio." Sussurrò lentamente al mio orecchio.
Il suo tono roco mi creò dei brividi per tutto il corpo. Gettai la testa all'indietro sulla sua spalla quando premette ripetutamente i fianchi contro di me, i miei occhi si strinsero a quel contatto.
"Harry." Ansimai.
Piccoli mugolii lasciarono le mie labbra quando sentii il suo petto vibrare in un profondo gemito. Il suo naso sfiorò la pelle del mio collo, delle labbra piene lasciarono una bagnata scia di baci sulla mia pelle.
"Dimmi cosa vuoi che io ti faccia."
La mia mano si alzò, afferrando la parte di dietro del suo collo. Le dita premettero nella sua pelle calda mentre lui mi modicchiava il lobo.
"Dimmelo." M'incoraggiò.
La mia mano libera strinse disperatamente in un pugno la sua maglietta dietro di me.
"Toccami, ti prego."
"Con piacere." Sorrise.
Ho i brividi. Per l'orrore. Cucciolo di labrador, vattene via da lì il prima possibile.
Grazie al cielo, dopo che "dei disegni furono tracciati sul pizzo" delle mutandine di Bo, lui ha la decenza di suggerire di andare altrove. Grazie, #PoveroMalatoDiFiga, a nome di tutti noi: l'idea di un amplesso mancato nel bel mezzo di un club, mh, non so se l'avrei sopportata.
Portala presto nel tuo appartamento, promettile di essere delicato e via con i giochini pervy!
"Alzati." Ordinò.
Obbedii, sollevando leggermente i bacino mentre lui tirava il mio vestito verso l'alto sui miei fianchi. Le mani di Harry afferrarono saldamente le mie cosce, spostandole in modo tale che si ritrovassero strette ad entrambi i lati della sua vita. Voltai pigramente la testa verso di lui, vedendolo mentre si portava le dita alla bocca: le succhiò e poi le cacciò di nuovo. Le punte delle sue dita salirono tra le mie gambe prima di infilarsi di nuovo nei miei slip, ma questa volta il suo dito medio stuzzicò la mia entrata. Sapevo che stava facendo attenzione quando premette il dito all'interno, ma questo non riuscì a fermare il piccolo gemito di disagio che uscì dalla mia bocca. La mia testa si poggiò di nuovo all'indietro sulla sua spalla, e faticai a respirare quando lo spinse più a fondo. Il suo braccio forte afferrò il mio bacino nel tentativo di impedirmi di dimenarmi.
"Fai la brava." La sua voce roca sussurrò al mio orecchio.
Il mio corpo si ritrasse quando il suo dito ruotò prima di uscire lentamente, venendo spinto poi di nuovo dentro. Il ritmo costante mi permise di sentire le increspature e le giunture del suo dito. Sentii il petto di Harry alzarsi e abbassarsi velocemente, il suo cuore battere forte contro la mia schiena.
"Questo ti piace?"
Il suo ginocchio separò ancora di più le mie gambe.
"Bo." Mi chiese Harry.
Non riuscivo a parlare, ma la mia mano afferrò il suo avambraccio e lo strinse. Il piacere che pulsava nel mio corpo era opprimente: le mie ciglia svolazzarono, trovando difficile riuscire a tenere gli occhi aperti. Harry ritrasse la sua presenza, lasciando umidi baci sulla mia spalla. Afferrò subito i miei fianchi, facendomi sollevare in modo da potersi alzare. Delle grandi mani strinsero la parte superiore delle mie braccia, facendomi voltare e spingendomi sul letto.
"Siediti."
Mi sedetti alla fine del materasso, non sicura di ciò che sarebbe successo. Harry si accovacciò davanti a me in modo tale che i nostri occhi fossero allo stesso livello. La sua fronte premette contro la mia, i suoi luccicanti occhi verdi non lasciarono i miei. Indietreggiai quando raggiunse i miei slip e li spostò lateralmente, infilando nuovamente un dito lungo dentro di me. Le sue labbra si piegarono verso l'alto osservandomi mentre faticavo a respirare, gemendo. Qualche secondo dopo lo ritrasse di nuovo. Harry si allontanò leggermente, e rimasi a guardarlo mentre si portava il dito alla bocca. I miei occhi si spalancarono quando le sue labbra carnose avvolsero il suo indice, tenendolo stretto nella sua bocca e succhiandolo. Mugolò prima di riallontanarlo. La lingua rosa uscì e accarezzò le sue labbra.
"Oddio." Soffiò. "Voglio sentirti per bene."
Il mio corpo si paralizzò a quelle parole. Si sollevò in tutta la sua incombente altezza mentre mi ordinava di muovermi all'indietro. Scivolai via da lui mentre lui strisciava verso la parte inferiore del letto.
"Non così lontana." Ridacchiò.
Le sue mani grandi afferrarono le mie caviglie prima che mi tirasse senza sforzo verso di lui. Harry si distese su di me, le sue labbra piene premettero sulle mie in un energico bacio prima di scivolare sulla mia mascella e poi sul mio orecchio. I suoi denti mi mordicchiarono il lobo mentre le mie dita s'infilavano nelle sue spalle. Harry divise la mia attenzione quando sentii le sue dita infilarsi ai lati dei miei slip. Non aspettò prima di tirarli lentamente giù lungo le mie gambe. Le mie ginocchia si strinsero al petto: sentii le mie guance arrossarsi mentre Harry gettava l'indumento sul pavimento.
La sua forza sopraffece la mia mentre cautamente mi apriva le gambe. Si strinse il labbro inferiore tra i denti mentre mi scrutava attentamente, per poi tornare con lo sguardo sul mio viso. Un sorriso comparve sulle sue labbra prima che parlasse.
"Toccati."

Alt, fermi tutti. 
Dimentichiamo il ritorno delle ciglia svolazzanti, non dovevi pensarci tu #PoveroMalatoDiFiga? Non era lo scopo della tua vita farla stare bene? Non dovevi ricambiare lo storico segone con boxer addosso? Non sarebbe stato un piacere toccarla? Imbroglioncello pervertito che non sei altro! Mai come questo momento ti sei meritato il nomignolo di #PoveroMalatoDiFiga. Poi però mentre lei suona l'arpa all'ingresso del Giardino Proibito tu non puoi uscirtene con la tua esclamazione preferita ("porca puttana!" cit.) e rovinare tutto, stai zitto e via, no? E quel "ti farò sentire così bene"? Ma taci e sbattitela direttamente, piuttosto, hai la pessima abitudine di parlare troppo e ancora non ha capito che in certe situazioni il silenzio è d'oro. E infatti lei non te la da, non avevamo dubbi a riguardo, e vi ritrovate a dormire assieme come due agnellini innocenti. Peccato non poter sbranare voi oggi a pranzo (nda: frase che avrebbe avuto senso se fossi riuscita a pubblicare il post in mattinata come avevo previsto, ma la vita che non ho mi ha tenuta impegnata fino ad ora e poi ci si è messa pure la connessione non funzionante).

All'alba del giorno dopo Bo trova il modo perfetto per rovinare tutto: gli dice che dovrebbe chiamare sua madre. Risposta: ma una sana zuppetta di cazzi tuoi no? No, perché altrimenti non ci sarebbe divertimento e perché indubbiamente in quest'occasione #PoveroMalatoDiFiga si sta comportando in maniera molto più educata di quanto farei io. Si prende e se ne va in un'altra stanza, inseguito da scassaminchiaBo che insiste e insiste e insiste. Messa alle stretta, gliela fa annusare ancora: dopo che lui l'ha schiacciata contro un bancone, ecco pervyBo che si struscia e mordicchia e sbaciucchia come non ci fosse domani o fosse seriamente intenzionata a dargli esattamente quello che vuole. "Lo faccio per te" sto gran par di palle cara Bo, è la scusa più ridicola e inflazionata dell'universo dietro cui nascondi la necessità di vivere la vita altrui perché tu una non ce l'hai. Con le amiche sciape che ti ritrovi e la madre degenerata che.. ma scusate, la signora Heather? Si sarà accorta della figlia scomparsa o sta ancora al capezzale di questo provvidenziale parente malato? Non si sa, e i due piccioncini si danne alle pulizie di primavera raccogliendo i cocci di piatti che non ricordo siano mai stati rotti, dettaglio facilmente imputabile alla scarsa attenzione con cui mi dedico ormai alla lettura onde evitare di impazzire del tutto. Bo, da brava mongola, riesce a tagliarsi con la ceramica.
«You can't protect me from everything.»
«I can try.»
Poi boh, ovviamente vai a fare una passeggiata nel parco e incontri Jake, stupratore seriale mancato. Perché come poteva esser diversamente, è un piccolo mondo con grandi coincidenze. Lui minaccia, #PoveroMalatoDiFiga gonfia i muscoli, ma prima che possa partire un giro clandestino di scommesse su chi ne uscirà vincitore e si porterà a casa Bo, proprio Bo si mette in mezzo.
"Harry, fermati. Non puoi risolvere tutto con la violenza. So che sei più intelligente di così." Lo implorai.
"Bo, vai e aspetta laggiù." Ordinò senza guardarmi.
"No."
Harry abbassò lo sguardo su di me: c'era irritazione sul suo viso. Delle grandi mani afferrarono i miei polsi quando cercò di spostarmi dietro di sè. Ma non gliela diedi vinta, divincolandomi invece dalla sua presa.
"Guarda tutti questi bambini. So che non vuoi spaventarli. Pensa solo per un secondo a cosa stai facendo." 
I bambini, certo, i bambini.
Loro stanno per sfidarsi in un duello mortale e tu pensi ai bambini? I cui genitori potrebbero intelligentemente chiamare la polizia e mettere fine ad ogni problema con una reazione civile e coerente con lo scenario? Per l'amor del cielo non sia mai. MAI. Molto meglio mettere #PoveroMalatoDiFiga a sedere in un angolino e affrontare il tuo mancato stupratore di persona. Perché di persone intelligenti come te, Bo, non ce ne sono molte. Grazie a Dio, azzarderei, e spero tu non abbia mai bambini a cui trasmettere la piaga sociale della tua stupidità aggravata.
"Se ti avvicini ancora una volta a me o a Harry andrò dalla polizia e dirò che hai cercato di violentarmi al club, quella notte. Capito?" Dissi duramente.
La preoccupazione oscurò il suo sguardo per un secondo prima che la mettesse da parte e cominciasse a ridere.
"Credo tu ti sia dimenticata ciò che il tuo fidanzatino ha fatto quella notte. Sono sicuro che i poliziotti sarebbero molto felici di sapere come mi sono fatto queste cicatrici."
"Difesa. Harry mi stava difendendo da te. E, in ogni caso, a chi credi che darebbero più ascolto?" Feci un passo avanti. "A me o a te?"
Le mie parole fecero sparire il sorriso dalla sua faccia. Mi girai per andarmene quando Jake parlò.
"Harry ti merita. Puttana." Sputò.
Strinsi forte gli occhi prima di voltarmi di nuovo velocemente verso di lui. Jake stava sorridendo, avendo capito che il suo commento mi aveva fatta arrabbiare. Tuttavia non era preparato a ciò che feci qualche secondo dopo: le mie mani afferrarono le sue spalle mentre piegavo bruscamente il ginocchio in mezzo alle sue gambe.
Una smorfia di dolore era impressa nei suoi lineamenti.
"Merda." Disse Jake mentre si accasciava.
Le sue mani raggiunsero la zona dolorante: perfino alcuni dei suoi amici avevano iniziato a ridere sotto i baffi. Mi voltai per guardare Harry: lui iniziò a ridere quando mi avvicinai.
"Credevo avessi detto di non risolvere i problemi con la violenza."
"L'ho detto, ma lo stronzetto se lo meritava." Ammisi.

Coerenza, coerenza ovunque! Ma neanche questa, in fondo è una novità, quindi non stupisce neppure scoprire che Bo è orfana di padre dalla tenera età di undici anni. Questo potrebbe spiegare eventualmente i disturbi della signora Heather, ma non ne sono affatto sicura e sapete cosa? Non voglio sapere. Quantomeno non adesso.

Rarissima immagine del cervello della Chiù - cioè io - al termine della lettura del capitolo 19.

Capitoli 15 - 19, qui il link sull'EFP.


Brevissima comunicazione di servizio <3
Oh amati lettori delle cronache acide, auguri a parte vi informo che domani parto e fino a venerdì sarò fuori casa a vivere la vita che non ho (Directioners e Beliebers hanno così ampiamente sottolineato la cosa che ormai è vera per forza: non ho una vita), per la precisione in quel di Roma con morosetto e amichetti. Ergo dubito sarò in grado di postare qualcosa. Fortuna mia e vostra la Cee provvederà a rimediare alle mie mancanze, quindi amatela più di quanto non la amiate già ora. Baci baci :*

venerdì 29 marzo 2013

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante, parte III: quando non puoi dare la colpa a Dio della tua stupidità.

Volevo condividere con voi questa giornata importante. Perciò, vi voglio tutti in piedi e in coro a fare gli auguri alla Chiù del mio ♥ che oggi compie gli anni!
Le cronache acide senza di lei non avrebbero mai visto la luce e solo lei poteva. Adoratela con me forever and ever, nei secoli dei secoli, perché sì.
Ma adesso sedetevi, cari amici, perché qui sta per iniziare una nuova puntata delle mirabolanti avventure della nostra fiammiferaia preferita col signor Pericolo, che, se si chiama così, “dev'esserci un motivo, Kelsey” (STICAZZI!).
Avevamo lasciato i nostri amichetti a rotolarsi sulle coperte – e vi ricordo che lui ha la pancia segata in due da una coltellata (ma son dettagli, facezie, insomma) – sbaciucchiandosi bellamente quando la madre rintronata torna dalla chiesa e sono costretti a separarsi. Mancava poco, mannaggia, e la nostra Kelsey, dopo avergli fatto una visita all'esofago con cinque metri di lingua e due chili di bava spesa sui suoi addominali luccicanti (è l'erede del vampiro più sfigato del mondo di Twilight? Non c'è dato saperlo, quel che è certo è che ha un fisico da paura a tredici anni. Idioti, voi, cari maschietti che andate in palestra più volte la settimana a pomparvi. Basta sparare e spacciare come Danger e voila!), mentre lui vuole andarsene – si sono invertite le parti – lei lo implora di rimanere, ma niente. Pericolo se lo tira, non glielo vuol dare stasera, nun gna fa e quindi, dopo averla chiamata “la mia ragazza” (eh già, è famoso il romanticismo dei gangster, che sparano a destra e manca e amano la pulzella che vuol salvarli dal loro mondo infame), se ne va.
Io non so se l'autrice di Danger, sia la stessa di Dark, ma qualche sospetto mi viene quando si scopre che la suorina di clausura ha ricevuto il marchio. Yep, un bel succhiotto fa mostra sul suo collo e la madre, da brava donna intelligente, crede alla spiegazione della figlia, cioè che si è bruciata con la piastra per capelli. Ora, a parte che le due cose sono diverse (perché la piastra non ciuccia, ma brucia, cara Kelsey), cosa dice la mammina cara, aka #LaVecchiaDemente? “Ci hai messo qualche crema?” Ecco, qui ho capito da chi ha preso la figlia. Le mele non cadono mai lontano dall'albero, no. Il tutto mentre lui sta dando una ripassatina veloce alla scopamica della magione, chiariamo, ma il giorno dopo...

La sua faccia era millimetri dalla mia e prima che realizzassi, le sue labbra premettero convinte sulle mie facendomi fare un passo indietro dall’improvviso movimento. 
Mi ritrovai a baciarlo con la stessa sua foga mentre avvolsi le braccia intorno al suo collo, spingendolo più vicino a me. 
Gemendo, afferrò la mia vita spingendomi più vicino a lui mentre scavò i suoi diti nei miei fianchi facendomi mugolare in segno di sorpresa.
Justin ridacchiò mentre mi spinse via per quale secondo per poi riagganciare le sue labbra alle mie, picchiettando con la punta della lingua sul mio labbro inferiore, chiedendo l’accesso. 
Aprendo la mia bocca, feci scivolare la mia lingua contro la sua iniziando una lotta per la dominanza. 
Facendo scivolare le sue mani verso il mio fondo schiena, le fece scivolare ancora di più afferrando il mio sedere nei suoi palmi. Approfondii il bacio, le mie mani accarezzavano la sua nuca tirando le punte dei suoi capelli. 
Gemendo, diede una strizzata al mio sedere facendomi gemere contro le sue labbra prima che iniziò a camminare forzandomi a indietreggiare fino a colpire la parete con la mia schiena.
Tolse una mano dal mio posteriore, aprendo la porta che conduceva nel magazzino prima di riaffermarmi di nuovo camminando all’interno.
Dopo qualche secondo, mi fece distendere su uno dei divani, posizionandosi sopra di me. 
Tirando la testa indietro, la fece scendere cominciando ad accarezza le sue labbra e il suo naso contro il mio collo prima di iniziare a lasciare dei baci, facendomi gemere più forte di come avevo fatto pochi secondi prima. 
Avvolgendo le gambe intorno al suo corpo, mi morse facendomi inarcare la schiena in segno di piacere. 
Muovendosi dall’altra parte del collo, iniziò a succhiare e mordicchiare facendomi respirare sempre più affannosamente. La mia zona inferiore iniziò a pulsare da tutta l’improvvisa tensione sessuale facendomi gemere in segno di bisogno. 
Avevo bisogno di lasciarmi andare. Stavo andando fuori di testa.  
Spingendo la sua testa più approfonditamente nel mio collo, spinsi la mia parte inferiore contro la sua segnalando che volevo attenzione. 
Staccandosi dal mio collo Justin si posò davanti alla mia faccia leccandosi le labbra in un movimento veloce, la catenella che teneva al collo premeva sul mio petto. Abbassandosi, premette le sue labbra contro le mie, spingendo il suo corpo ancora di più contro il mio. Un altro  gemito fuoriuscì da entrambi. 
Strusciandomi contro di lui, tirai le punte dei suoi capelli mentre Justin iniziò a muoversi al mio stesso ritmo, il suo inguine strusciava contro la mia area facendomi tremare in estasi. 
“Justin …” Ansimai una volta che lo spinsi via. 
“Lo so piccola, lo so …” Disse con voce roca, il suo respiro affannato si scontrava contro la schiena della mia spalla. 
Muovendosi più velocemente contro di me, mi sentii crescere dentro di me la voglia, quasi raggiungendo il mio punto. 
Con altre poche colpi da Justin, mi lasciai andare e in pochi secondi ansimammo insieme. 
“Indovina, piccola?” Justin sussurrò in modo sensuale nel mio orecchio, il suo affanno mi eccitava ancora di più. 
“Cosa?” Sussurrai in risposta. 
“Ti ho appena fatto provare il tuo primo orgasmo.”

Leggendo questa copula astronomica scritta in un italiano correggiuto e scoreggiato, solo io mi sono immaginata questa scena qua?
Il signor Pericolo riprende a scavare – ma cosa cerchi, il tesoro? Per quello basta che le togli gli slip, piccolo minatore –, la porta su un divano – i famosi divani della Ferilli nei magazzini andati a fuoco, come no! –, le sbava liberamente su collo e faccia – neanche fosse un mastino napoletano – e... Le fa pulsare la vagy. Allora lo pensano sul serio. Questa sì che è una scoperta sensazionale.
Ma la suora ritrosa mica sta a guardare! È lei che spinge il bacino contro quello di lui, eh. Lei che fino a cinque minuti prima gli ripeteva di lasciarla perdere. Lei che molto probabilmente ha tredici anni e mezzo e dovrebbe giocare con le Barbie e non pensare a strusciarsi contro i pischelli arrapati. Lei che ha baciato un ragazzo per la prima volta la sera prima, voglio ricordarvelo. Così come ci tengo a sottolineare che questi due calamaretti sono vestiti. Già, già. Neanche una scarpa s'è tolto il povero Danger che tanto pericoloso, a giudicare da come le sbava dietro, non mi pare più di tanto, ma precisa che quello sia stato il suo primo orgasmo. STICAZZI! Kelsey, diglielo, dai, che fai la pudica ma nel quartiere sanno che come fai le pipe tu nessuno mai, su!
E invece no, non ha capito una beneamata mazza tant'è che pochi istanti dopo si domanda “Praticamente avevo fatto sesso con Justin Bieber?” Cioè, Kelsey, non lo sai che se baci un ragazzo con la lingua puoi rimanere incinta ma se ti lavi con la Coca-Cola abortisci? Ma non lo leggi mai il Cioè?
SDENG.
Avete appena sentito il rumore delle mie ovaie che si sono suicidate fracassandosi al suolo.
Sono inorridita, gente. Questo qua viene nelle mutande, capito? E manco si pulisce. E lei è convinta di aver fatto sesso con lui strusciandoglisi contro come la peggiore arrapata. Se li unisci, non fanno un cervello integro.
Piccolo litigio successivo, lui che fa finta che niente sia successo, lei che se la prende perché la chiama “piccola” (we, hai tredici anni, come vuoi che ti chiami? MILF?) e si ritorna a sbaciucchiarsi: “la mia lingua lottava contro la sua per dominare fino a che non mi spinsi indietro, il suo petto si muoveva su e giù in sincronia con il mio, i nostri respiri irregolari.” Ma cosa vuoi dominare, Justin? La stai baciando, non stai in trincea a far la guerra per conquistare un metro di terra. Mi ricordi tanto l'amico qui sotto, nella brutta e sfocata copia, of course.

THIS IS SPARTA!

In una storia in cui si va avanti a litigi, baci, litigi, baci, litigi, baci, in maniera random e ciclica, la nostra, all'ennesimo battibecco con il suo belloccio dall'addominale fluorescente, ci vuol dare ulteriore prova della sua intelligenza, per cui sale in macchina con uno sconosciuto mai visto prima. E di sicuro non è il buon samaritano che a lei sembrava. Infatti, la lega, le tagliuzza allegramente la faccia e il collo ed è lì lì dal violentarla quando... Compare l'eroe dei due mondi, il Batman in versione malefica ma col cuoricino innamorato, e porta in salvo la donzella mentecatta, che, in tutto questo, ancora non ha capito: “Perché cose come quella dovevano succedere a me? Dio mi odiava davvero così tanto?” Unitevi a me nel coro angelico di “No, cogliona, sei tu che te le cerchi”. E, giustamente, per togliersi di dosso l'idea di essere quasi stata stuprata si fa una doccia che cancella tutto quanto. Dev'essere l'ultimo modello di doccia che fa l'elettro-shock e la lobotomia contemporaneamente. Ma eccoci alla prossima scena clou.

Inumidendomi le labbra, chiusi gli occhi prima di premere le mie labbra contro le sue.
Kelsey ricambiò il bacio e le sue labbra combaciavano perfettamente con le mie.
La spinsi più vicino a me con la mano che era ancora sul suo fianco, le mie dita accentuarono la presa mentre iniziai a spingere le labbra contro le sue.
Avvolgendo le sue braccia intorno al mio collo, spinse la mia testa più vicina alla mia, i nostri nasi si toccavano.
Facendo scorrere la mia mano dalla sua guancia fino al suo fianco, avvolsi le braccia intorno a lei prima di farla salire sulle mie ginocchia così che stava a cavallo.
Trovando la giusta posizione, Kelsey ruppe il bacio guardandomi negli occhi. Respirava velocemente, si morse il labbro. Strofinò il naso contro la conca del mio collo prima di iniziare a premere le sue labbra contro la mia pelle per poi iniziare a morderla e succhiarla.
Gemetti inchinando la testa dall’altra parte per darle più spazio.
Feci scivolare le mie mani dai suoi fianchi fino a raggiungere il suo sedere prima di dargli una leggera strizzata, la quale la fece quasi strillare dalla sorpresa. Sorrisi.
Staccandosi dal collo ritornò alle mie labbra iniziando la nostra pomiciata.
Sentii le sue mani premere contro il mio petto cercando di spingermi contro il materasso. Si distese sopra di me senza staccare le labbra dalle mie.
Aggrappai la sua vita prima di rotolare facendo sì che fossi io quello sopra.
Spostandomi sul suo collo, iniziai a darle lo stesso piacere che mi aveva dato qualche secondo prima ma, questa volta, usai più lingua e denti ottenendo come risultato i suoi dolci gemiti.
Ritornando alle sue labbra, la baciai un’altra volta. Feci scivolare la mia lingua nella sua bocca e iniziò la solita battaglia.
Spingendosi via, Kelsey rotolò facendo sì che fosse lei sopra di me e invece di riattaccare le sue labbra alle mie come pensavo, si sedette sul mio ventre. La guardai incuriosito.
Si morse il labbro facendo scivolare le mani fino al nodo del suo accappatoio.
Guardai le sue mani prima di ritornare a guardarla negli occhi.
Fece un respiro profondo pronta a snodare il nodo e rilevare il suo corpo meraviglioso ai miei occhi.

E qui penserete che il nostro eroe pieno di macchie e senza paura le zompi addosso - dopo averla messa a cavallo al grido di "al trotto, Kelsey, al trotto!".

(gif, va detto, trovata su Twitter)

E invece no. Questa storia funziona al contrario. Lei gliela sdogana sotto il naso continuamente e lui, impavido, resiste ai subdoli impulsi e continua a non volerglielo dare neanche per un secondo. Justin se lo tira, gente. O meglio, non si trastulla con la cerebrolesa ma con la scopamica, mentre la fidanzatina dorme bellamente nella stanza accanto. Questo sì che è amore, questo sì che è un sentimento nobile e puro. Oh, ma non fraintendete, glielo fa vedere un pochetto e poi si ritira. Lui è un omino cambiato. Lui sta con un'idiota da un paio di giorni e non vuole più fare la vecchia vita. Lei gli ha fatto capire cosa si sta perdendo con questa vitaccia. Sentite anche voi una vocina urlare "CLICHÉ, CLICHÉ, CLICHÉ?
Il capitolo 32 si conclude con la scema che torna a casa, dopo aver passato la notte dal bad boy non più tanto bad (e, secondo me, neanche tanto boy), che dice ai cari genitori più scemi di lei di aver dormito da un'amica. Con la faccia e il collo squarciati. Tutta tagliuzzata sui polsi. Con i segni della corda con cui era legata su gambe e braccia. Con dei vestiti da uomo. E loro ci credono, come non potrebbero? Ed è così che i nostri piccioncini colombelli se ne vanno a sQuola, mano nella mano, limonando a ogni passo. Qui si conclude e qui concludo io, perché ne ho letti troppi di fila e già mi sto sentendo male. 

Qui il link sull'Efp (dal 17 al 32).

mercoledì 27 marzo 2013

Cronache acide di una lettrice incazzata: quando si stupra persino il latino.

Oggi parleremo (anche) di grammatica.
Parleremo a nome di quella nobile iniziativa che è il #TeamSaveItalianLanguage, benedetta dal patrocinio e dalla supervisione implacabile della Cee: nessuno, come lei, sa scovare nelle infinite vastità dell'universo virtuale orripilanti storpiature della nostra meravigliosa lingua. 
Apro solo una piccola parentesi sull'autrice, al secolo virtuale nota come @RaffyLove1D, che da due ore a questa parte mi sta svangando i coglioni senza ragione e senza motivo, sostenendo le tesi più stupide che mi sia mai capitato di dover confutare. Questo essere umano, età anagrafica quattordici e età mentale due e mezzo se tutto va bene, non solo ha la faccia tosta di impestare twitter con TL dalla dubbia e opinabile intelligenza, ma ha pure la pretesa di definirsi ficwriter.
E allora cosa stiamo aspettando, suvvia! Il link al suo account EFP sta lì, in bella mostra nella sua bio di twitter, e chi sono io per resistere ad una tentazione così ben architettata? Non è certo preservando cattiveria e acidità per #Dark che percorrerò la strada lastrica di pessime intenzioni che mi condurrà, in quanto membro del #TeamHaters, all'inferno!
Jessica non era di certo una tipa eloquace.
Eloquace.
Su otto parole una è già clamorosamente inventata di sana pianta, magari una storpiatura dialettale italianizzata (ho i brividi per l'orrore). Partiamo col botto, insomma. Ma sono di coccio, non sarà certo questo a farmi desistere, anzi... se persevero nella lettura di #Dark nonostante l'indecenza letteraria che rappresenta, non vedo perché arrendermi qui. E poi l'autrice mi sta troppo in culo per dargliela vinta così facilmente, tanto più che ha ammesso candidamente di essere a conoscenza di questo blog e del suo nobile scopo di diffusione di opinioni impopolari su fanfiction popolari. La critica, questa sconosciuta, spesso degradata ad un po' generico "sparlare"...!
Quindi Jessica (palesemente un nome da battona, non me ne vogliano le Jessiche) non è di certo una tipa eloquace. Che altro?
La monotonia caratterizzava la sua vita in una maniera particolarmente evidente.
Era la classica ragazza che voleva dare un'immagine di sè ben precisa: una persona inquadrata, seppur vivesse senza genitori, studiosa, con molti progetti per il futuro. La "secchiona", per farla breve.Le piaceva stare da sola, preferiva rifugiarsi in casa sui libri piuttosto che uscire ed avere una vita sociale come qualunque 17enne.Non era brutta, tutt'altro, ma lei credeva di esserlo. La sua autostima era sotto i piedi.
Monotona, rigorosa, SENZA GENITORI (ma vedi te che caso, come si mantiene a diciassette anni senza un lavoro? Bimbe belle, vivere da soli costa! Nessuno ti regala una casa magari ben arredata perché siete brave studentesse, io ve lo dico, vivere soli non è la passeggiata che credete voi) così da poter scopare come un coniglio senza problemi quando la trama lo richiederà, studiosa, con ambizioni. Quindi secchiona o, come si dice dalle mie parti, biflona. Chiaro. Perché avere ambizioni fa di una ragazza una secchiona. Non fa una grinza. Poi le piace leggere, per l'amor di Dio, e appartiene a quella razza disgraziata di ragazze fighe come poche ma che in realtà si odiano a caso, senza motivo, e che quindi a parer mio meritano di essere sfregiate in un vicolo buio per imparare cosa significhi essere brutti per davvero. Sul lato linguistico poi abbiamo modo di apprezzare una ridondante, recidiva mancanza di spazio dopo ogni segno d'interpunzione come Madama Grammatica invece vorrebbe. Ma eviterò di essere troppo eloquace a riguardo, so che chi mi legge queste cose le nota anche senza la mia costante opera di segnalazione. Perché noi non siamo ignoranti, a differenza loro che aprono bocca e danno fiato a vuoto.

Si diresse in bagno per fare la pipì, barcollando leggermente.
Quando si pulì, notò una sostanza trasparente all'apparenza gelatinosa sulla carta igenica. Sospirò e si appoggiò al muro.

Era successo dinuovo. Si era bagnata. Lo aveva dinuovo sognato.

Con quegli spessi occhiali neri e la faccia da santarellina, nessuno avrebbe mai pensato che Jessica Lion faceva sogni erotici.
L'avevo detto io che era una zozzona, una pervy! Ahi ahi, pure gli occhiali da porca? Raffy, tu mi rendi proprio la vita facile con questo stereotipo da segreteria che la smolla al capo e lo spia tutto il giorno nascondendo le sue occhiate mlmlml dietro la montatura (perché gli occhiali non sono un correttivo per un difetto della vista, sono l'accessorio per eccellenza delle Directioner quando si sentono un po' così, su di giri, più arrapate del solito insomma, e guardano ai poster con aria l'aria ammiccante di un gufo a mezzogiorno). E comunque, più che arrapata io direi che ha la candida e le consiglierei una visitina dalla ginecologa, così per sicurezza. Che male non fa, soprattutto se c'è questo ragazzo che "la tormentava anche mentre dormiva, e con lui la voglia di farci sesso". Cosa che non fa di te un'arrapata, di base, quanto piuttosto una normale ragazza con le sue necessità. Ma siccome hai quattordici anni e il sesso lo vivi fondamentalmente come un tabù (per quanto molte delle tue coetanee la stiano svendendo in giro alla grandissima, visti i tempi che corrono) allora il fatto di sognarlo fa di te una dannata. In più, oltre a questa dannazione insostenibile, non può neppure funzionare tra di loro.
Ovviamente i due erano incompatibili: lei era un violino, lui era un bad-boy che odiava la scuola e aveva la sufficienza stentata. Con il i suoi quattro amici marinava la scuola, si faceva una ragazza al giorno e se ne portava a letto altrettante.
Solo dalle mie parti farsi una ragazza e portarsela a letto vogliono dire esattamente la stessa cosa? E poi che significa che lei è un "violino"? Non capisco. Se devi dire che due persone sono incompatibili fallo almeno con metafore comprensibili, perché non puoi dire che lei è un pregiato strumento musicale dalle origini antiche e poi che lui è un badboy: il senso della metafora si perde e finisce che tu scrivi cose senza alcun senso, cara Raffy dei miei stivali. Tra parentesi, sto ancora aspettando il TL che mi hai promesso sul #TeamHaters, non dimenticartene eh. Il fatto che stia qui a sorbirmi il sentimento incontrollato di Jessica Lion nei confronti di Zayn Malik il Mulatto (termine concepito in origine con carattere offensivo, vedi te se il tuo idolo lo devi denigrare, sei una pessima fan. Perché se in italiano la connotazione di spregio la perde, in lingua no. Pensa se qualcuno avesse la malsana idea di tradurti. Che tanto come bruttezza siamo lì lì con #Dark.)  non significa che mi sia uscito di testa. Nell'attesa di questa tua produzione ci tengo però a farti notare che l'essere a conoscenza del secolo in cui si è avuta la seconda rivoluzione industriale non fa di nessuno un secchione, quanto piuttosto una persona mediamente acculturata. Considerato però che stai tipo ancora alle medie, o che comunque bazzichi al biennio di un qualche liceo, non mi stupisce che per te sia così stravolgente la padronanza di una nozione tanto elementare.
-Senti Jess, non è che oggi pomeriggio potrei venire... che so, a casa tua? Sai, ho bisogno di qualche ripetizione di latino.
A quelle parole lei fece una faccia sorpresa. Non poteva credere alle sue orecchie. Glielo aveva davvero chiesto?
-B-bè, sì , non vedo perchè no- balbettò imbarazzata. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Si morse il labbro, mentalmente eccitata.
-Allora sono da te alle tre- rispose Zayn facendole l'occhiolino e arrotolandole una sua ciocca nel suo dito.
Jessica si sentì mancare.
-Mi raccomando, fatti trovare pronta- aggiunse lui. E se ne andò.
Jess si sfiorò automaticamente la sua intimità.
Ricapitoliamo: non si parlano, non hanno nulla in comune e lui se ne esce con un "mi servono ripetizioni di latino"? E tu gli dici pure di si? A uno con cui non hai mai parlato, che sai farsi una ragazza al giorno e scoparsene altrettante (il che lo porta a quota due ragazze al giorno, visto che l'italiano e la matematica non sono opinioni), che ami pur non sapendo nulla di lui. Ecco, parliamo di questo. Come si può amare una persona con cui non si ha mai avuto uno scambio di opinioni? Il sentimento non è qualcosa che si basa unicamente sull'attrazione fisica (fondamentale anche quella, indubbiamente), è semmai una delicatissima architettura di comunione intellettuale, condivisione d'intenti E attrazione fisica. Non nasce immediato, non credete a quella balla colossale del colpo di fulmine: l'amore prende forma giorno dopo giorno, ha bisogno di tempo e attenzioni per maturare. Puoi avere una cotta per tre anni, ma non ami per tre anni una persona che non conosci. Al limite sei infatuata, e Jessica non è l'eccezione che conferma la regola. Manco per sbaglio.
Tuttavia sarò generosa abbastanza da riconoscere che si, ha effettivamente senso che giri per casa come un'anima in pena. In attesa del pene. Ma quella cosa dello sfiorarti la vagy pulsante solo perché ti ha rivolto la parola, ecco, quella che me la devi spiegare.
Aveva messo una vecchia camicietta un po' scollata, che risaltava il suo seno. Nonostante fosse stata nel suo armadio in disuso per anni e anni, sembrava appena comprata.
In giù indossava un paio di jeans aderenti ed era scalza. Si sentiva a disagio in quei vestiti, ma qualcosa l'aveva portata a metterseli. Aveva perfino tolto gli occhiali.
Ma la banalità? Ma l'assoluta mancanza di stile nel vestire?
Poi sta cosa che gli occhiali non sono sexy, ma voi da che pianeta vieni? Niente fa sesso come un bel paio di occhiali. Niente. Ve lo dico io che gli occhiali li odio perché sono stata costretta a portarli dalla tenera età di sei anni, giusto in tempo per essere allegramente bullata per tutta la durata delle elementari, e ci sono scesa a patti solo verso la fine delle superiori quanto ho realizzato che non era colpa mia il non vederci bene, che quello io lo risolvo o con gli occhiali o con le lenti a contatto o con eventualmente un intervento agli occhi, mentre la stupidità di chi mi prendeva in giro non poteva essere né corretta né guarita. Quindi parlo per esperienza. Gli occhiali sono sexy, non il simbolo di una categoria di persone che il difetto alla vista non l'hanno chiesto ma se lo son trovato. Non lo stereotipo del secchione sfigato. E potrei capire se la sua miopia o il suo astigmatismo fossero così forti da costringerla ad indossare dei fondi di bottiglia, ma visto che se li toglie e ci vede una favola proprio no. Sei solo stupida e bacata in testa, se lui ti vuole ti vuole pure con gli occhiali. Fine.
Grazie al cielo il Pakistano arriva, così posso smetterla di sproloquiare sui deficit intellettivi di Raffy e sulla sua chiusura mentale per arrivare a quello che tutte noi stavamo aspettando con ansia: la sua grande battuta d'apertura. "Wei Jess". Wei. Wei. Sento puzza di sfiga persino da chi, attraverso lo schermo del pc.
-Sta' cazzo di lingua... avrei preferito andare a lavorare piuttosto che studiarla- commentò.
Jessica non era affatto d'accordo con lui, ma era così perfetto che non osò ribattere.
-Forse è meglio se cominciamo, se no prendi un brutto voto- mormorò lei.
Aprirono il libro delle declinazioni.
-Rosa, rose, rosum...- cominciarono a ripetere in coro, lentamente.
Punto primo, 'sta cazzo di lingua è fondamentalmente la base della nostra civiltà.
Punto secondo, se andavi a zappare la terra facevi un favore a tutti.
Punto terzo, Jessica sei una senza palle se non hai il coraggio di dirgli che è una capra perché è troppo bello. Hai seriamente bisogno di rivedere le tue priorità.
Punto quarto, a diciassette anni ancora siamo alla prima declinazione? Ma che liceo di merda frequentate? A diciassette anni io affrontavo Livio e mi affacciavo al mondo della letteratura latina e imparavo a leggere in metrica. Voi ancora state alla prima declinazione?
Punto quinto, se non sai il latino abbi la decenza di controllare online perché quella cosa che loro stanno intonando NON E' LA PRIMA DECLINAZIONE! La prima declinazione è rosă rosae rosae rosăm rosă rosā, capra. Ma vai a scuola a scaldare la sedia o pare a me? Non solo strazi l'italiano con queste ficcyne da niente, ma pure il latino ti metti a storpiare? Cristo.
Fu difficile per la bionda concentrarsi. Se lo immaginava nudo e questo la eccitava in una maniera indescrivibile, sentiva le sue ovaie invocare pietà. La sua voce roca e sexy le lasciò scappare un piccolo gemito.
Ma fu il momento in cui si avvicinò di più a lui per indicargli una cosa sul libro quello fatale. Sentire il suo respiro sul suo collo le faceva venire i brividi e la vicinanza delle loro labbra ancora di più. Lo desiderava ardentemente.
Senza pensarci, mise una mano nei suoi capelli neri come la pece. Erano morbidi e setosi e profumavano di miele.
Quando si rese conto della stronzata che aveva fatto, si compose subito.
Ecco.
Renditi conto.
Zayn la sollevò e la fece mettere a cavalcioni su di lui, a mò di poltrona. Quando le sfiorò il seno, Jessica inarcò la schiena dall'eccitazione.
Morse le sue labbra e ci infilò dentro la lingua, godendosi ogni attimo di quella fantastica sensazione. Stava limonando con Zayn Malik.
Le mise una mano sotto la maglietta, senza smettere di baciarla. Le accarezzò la schiena e arrivò ai capezzoli.
Cominciò a massaggiarli con il pollice e subito di inturgidirono. Jessica ansimava.
Il suo tocco era qualcosa di indescrivibile. D'istinto lei gli strusciò le parti intime sul cavallo dei pantaloni, oramai lievitato.
Le tolse completamente la camicietta. Cominciò a leccare ogni singolo centimetro del suo seno e morse i capezzoli.
-Le tue tette sono da orgasmo- commentò con voce sexy.
Jessica si tolse da quella posizione e si inginocchiò.
Sapeva che Zayn era dotato, ma mai avrebbe immaginato ciò.
Ovviamente.
E già che ci sei spiegami cosa significa che la fa mettere a cavalcioni su di lui a mo' di poltrona. Mo' con l'apostrofo, tra parentesi, perché è un'elisione. Altrimenti scrivi "a modo di poltrona", ma non è che faccia  differenza per un troione come la nostra Jessica Lion che si concede con tanta facilità ad un perfetto sconosciuto. Sopra, sotto o di lato è praticamente la stessa cosa.
-T-ti prego Jess, t-t-toglimi quei cazzo di boxer e-e fammi g-godere!- disse con voce strozzata dai gemiti.
Jessica obbedì, sfilandogli via le mutande.
Il suo pene era duro e ricurvo, uno spettacolo.
Senza indugiare, lo mise il bocca.
Cortesemente soffocati e muori così la finiamo qui, il pensiero che una quattordicenne scriva la trama di un film porno fatto e finito, con tutto il repertorio del caso, mi mette un disagio addosso che neanche facendomi otto docce di fila mi sentirei di nuovo pulita. Rivenuto (che caso!) un tributo a #Dark nell'evergreen directioner "il segone con i boxer addosso". Un classico. Come il nero. Va con tutto. E tutte.
Con lo sperma sul seno e la faccia accaldata, Jess era terribilmente sensuale. Con un dito cominciò a portarsi alla bocca lo sborro ed a ingoiarlo, massaggiandosi un capezzolo.
Quattordici anni, gente, quattordici anni. 
Età alla quale non uscivo ancora di casa la sera e il mio più grande divertimento era giocare a pallavolo nel cortile dell'oratorio, i ragazzi erano l'ultimo dei miei problemi e il sesso un qualcosa di nebuloso e assolutamente indefinito. Se un tizio fosse venuto da me dicendomi "Io ti voglio a 90, bellezza" probabilmente non solo non avrei capito, ma avrei avuto la coerenza di andarmene in fretta e furia. Piangendo.
Jess ovviamente non si fa pregare e zac, passato il momento di gelo assoluto al pensiero di un incidente alla The wrong hole (huhuhuhuuuuu!) gran finale con sborrata in the vagina SENZA PROTEZIONI. 
Che se potevo passare sopra il sesso tra minorenni ideato da una bambinetta ancora troppo lontana dalla pubertà per avere le tette, il sesso senza protezione no. Ma non guardate Teen mum o Sixteen&pregnant? Non avete ancora imparato che se si hanno rapporto non protetti allora c'è una buona, buonissima possibilità che lei rimanga incinta? A quanto pare no, siete ancora rimaste alla storiella della cicogna, o del cavolo. Perché in fondo avete solo quattordici anni, il sesso giustamente non dovrebbe interessarvi. E invece.
Le urla si fecero più forti, poi fecero posto agli ansimi post-sesso.
Si buttarono a terra, sfiniti.-Però, niente male per essere una secchiona...- commentò lui.-Mica male le nostre ripetizioni di latino...- le fece eco lei.Zayn la guardò, e lei scoppiò a ridere. Ancora non ci credeva che ci aveva scopato.-Sapevo che ti avrei portata a letto se fossi venuto da te.--E allora perchè sei venuto?--Perchè era quello il mio obbiettivo, portarti a letto- le mormorò il un orecchio accarezzandole il seno.-Mi piaci, Jess. Voglio che sia la prima di una serie di volte questa, ok?- disse lui.Di tutta risposta, Jess lo baciò.-A domani allora?--Preferirei un "a stasera"-.
Personalmente? Preferirei un "a mai più".

Qui il link sull'EFP

lunedì 25 marzo 2013

Lettera aperta: mi si vuole insegnare l'amore.

Care Directioners e Beliebers,
non ho mai avuto la pretesa di essere un guru, un'esperta della vita, un modello per le generazioni future o stronzate di questo tipo. Ma dopo tre anni e tre mesi con la stessa persona, a costruire un rapporto assieme, a condividere ogni aspetto di me e della mia vita con lo stesso Lui, qualcosa dell'amore l'ho capito.
Mi si viene a dire che non conosco la devozione, il desiderio di condivisione, l'istinto di protezione nei confronti della persona che amo.
Mi si viene a dire che non posso capire, che non SO capire, dopo tre anni che lotto con me stessa e i miei limiti per diventare una persona migliore. Non per me, ma per lui.
Mi si viene a dire che non ho mai avuto un idolo e quindi devo solo starmene zitta. 
E forse questo è vero, non credo di aver mai avuto idoli - non ne ho mai sentito il bisogno. Ma anche io ho idealizzato una persona di cui non sapevo nulla, per sette anni gli ho regalato ogni palpito di cuore e ogni emozione senza capire che facevo del male a me stessa, sacrificavo la parte più preziosa di me per qualcuno che mai si era preso la briga di conoscermi; per qualcuno che IO non mi ero mai presa la briga di conoscere davvero.
Perché poi quando l'ho fatto ho scoperto che non mi piaceva poi così tanto, anzi... non mi piaceva per niente e nell'istante in cui l'ho realizzato mi sono tolta di dosso il peso che mi ha impedito di essere felice, di vivere un'adolescenza normale, di sentirmi libera di essere quello che ero perché schiacciata dall'ossessione di essere quello che lui avrebbe voluto io fossi.
Ora non sto a dirvi che i vostri idoli vogliono che voi siate qualcosa che non siete, specie perché non sanno neanche chi siete né hanno sentore della vostra esistenza. E no, il fatto che vi abbiamo mandato una foto su kik o dato il follow su Twitter non significa che siano vostri amici. Perché come l'amore anche l'amicizia richiede tempo e pazienza, dedizione. Non è frutto di un click online, non è conseguenza diretta di una foto, un abbraccio a un concerto o una menzione. È un'architettura delicatissima di intenzioni e desideri che si incontrano e realizzano vicendevolmente, una reazione chimica preziosa e dolorosamente fragile.
Quello che voglio dirvi è che non si ama un'idea così come si ama una persona
Un'idea è costruita, l'idea che voi avete dei vostri idoli è un'immagine di fantasia disegnata dalla vostra mente sulla base di qualcosa che magari neppure è stato scritto da chi credete di amare.
Una persona è carne, calore, odore. Presenza costante, non necessariamente fisica. Partecipazione, condivisione, incontro e scoperta. Scambio reciproco di umori, parole, pensieri, idee. 
Non si ama un'idea così come si ama una persona, non è fisicamente possibile proprio perché l'idea non è fisica. Non ti stringe la notte, un'idea, e non ti accarezza i capelli quando piangi. Non ti prepara il cappuccino la mattina anche se è in ritardo per andare a lezione, e non aspetta con te che tu prenda l'autobus quando invece deve andare nella direzione opposta.
E questo non significa che non rispetti l'ammirazione che avete per i vostri idoli, l'idolatria che riservate loro con una lealtà che potrebbe persino essere definita ammirevole se non sfociasse in un estremismo terrificante. Se voi rispettate me io rispetto voi, le regole per interagire con me sono semplici e lineari.
Ma se venite da me con l'idea di insegnarmi l'amore, allora non ci siamo.
Perché io amo, ogni giorno, nonostante a volte sia faticoso e faccia paura come nient'altro nella vita, e lo faccio con tutta la dignità e l'umiltà che mi è possibile avere a soli ventitré anni. Perché sono piccola, mi sono affacciata alla vita da poco e delle mie smusate porto ancora le cicatrici e so di avere ancora molto da imparare. 
Insultatemi, piuttosto, ma non venite a dirmi che io dell'amore non so niente.

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante: YAOI, mon amour!

Oggi mi voglio particolarmente male. Di fatti, svegliata presto presto e abbandonato il tepore del piumone per gozzovigliare in pigiama, dopo aver tradotto da brava subber l'ennesima puntata dell'ennesimo telefilm, mi sono addentrata nei meandri macabri dell'Efp, sezione Artisti musicali, alla ricerca di perle stupendevoli delle quali narrarvi le vicende e le alte qualità artistiche che meriterebbero un Nobel per la Letteratura. Altroché Marquez, insomma. Ve la faccio breve e sarò sincera, la mia natura masochista ha preso il sopravvento ed eccoci qui, gente. 
Un capitolo particolarmente interessante, da leggere senza alcuna ironia e tanto apprezzamento (seh), è quello delle YAOI, termine che si rifà ad un tipo di manga che rappresenta relazioni omosessuali ma ampliato anche al campo delle fanfiction e che, pare, vada di moda in maniera micidiale negli ultimi tempi. Io, ancora, devo capire la foga e la delizia del leggere scene porno senza la minima trama – come è pieno il sito. Ma non perdiamo il filo del discorso, che ho delle piccole meraviglie di cui farvi gioire come un gol di Balotelli agli Europei. 
A quanto pare, gli One Direction non sono semplicemente un gruppo che salva vite altrui (e che siano le fan o i bambini ghanesi per le directioners non fa differenza) ma sono anche un covo di bimbi perversi e dannatamente gay. Tutti, non se ne salva nessuno! Roba che soltanto ad un gay pride sarebbero riusciti a metterne cinque tutti insieme, oh. Simon Cowell, da bel volpone con gli occhi a forma di dollari, deve averli scelti per le loro misure e qualità sotto le lenzuola (ho gli urti di vomito), piuttosto che per le loro candide vocine da cantanti castrati del Seicento.
Qui si potrebbe aprire una piccolissima parentesi sul fatto che prima le sclerate (al secolo #LeTemutissimeDirectioners - famoglielo credere) si incazzano con chi li definisce gay per prenderle in giro e poi siano loro stesse a farsi pulsare le vagy e sbavare sui pisy dei mostriciattoli scrivendo storielle pervy mlmlmlml (che starebbe per “much love” ma per loro è un verso da godimento. Bah, se fossi un ragazzo e la mia morosa facesse questi versi la lancerei fuori dal letto in zerodue, ma vabbe') che vorrei non aver letto mai. Ma non l'apriremo, siamo qui per emozionarci con queste delizie.
Tale Boy Directioner (che non sa l'inglese ma ci prova lo stesso, visto il nickname) ha la fissa per le Zniam, termine di cui avrei fatto a meno di conoscere il senso, ma tant'è, sono qui a condividerlo con voi e schifarvi: si tratta di un threesome – rapporti sessuali a tre – con protagonisti questi tre cosi qua: uno (Liam Payne, che non ha ancora la barba e dubito inzuppi il biscottino nel latte la mattina. Al massimo, beve due succhi di frutta al giorno), due (lo stesso dicasi per Niall Horan, il bambino delle scatole della Kinder. Forse è questo il collegamento diretto con Flora!), tre (Zayn Malik, aka #IlPakistano che secondo le directioners spaccia e fa quanto di peggio, ma con ammmore, è chiaro!). Ora, a me non farebbero sesso neanche se pagassero a suon di lingotti d'oro e Pan di Stelle, ma, ripetiamo, ognuno ha i suoi gusti e, aggiungo io, le sue perversioni. Se ti attizzano questi tre tizzoni poco ardenti, fatti tuoi, insomma. Ma al caro nostro ragazzo directioner non solo arrapano un po', pare esserne così ossessionato da averci scritto una serie di storielle molto mlmlmlmlmlmlml e pervy a bestia.
Nella prima, Sex in the room 406, i nostri tre eroini sono bloccati in ascensore, le luci si spengono e... Tadan! Niall, il numero due – per capirsi –, si avventa sul pisy dei cari amichetti che, all'inizio fingono di non essere interessati, ma poi appena le porte si riaprono non vedono l'ora di sperimentare nuove tecniche appena lette sul primo libro mai acquistato. No, non certo il Kamasutra, avranno guardato al massimo le figure di Topolino. Ma, dicevamo, usciti dall'ascensore, numero uno e due non perdono tempo: si sbaciucchiano con saliva colante sulle mascelle e si sbattono a vicenda su porte, pareti e quant'altro (chissà perché nei corridoi degli hotel non passa mai nessuno quando succedono queste scene da pornazzo di serie b), fino ad arrivare in camera e continuare il lavoro iniziato, perché, dice Liam, “se il lavoro lo inizi devi anche finirlo”. Beh, ci sembra giusta come logica. 
Vi starete chiedendo che cosa faccia il terzo, cari lettori. Ecco, invece che reggere il moccolo o levarsi da tre passi lasciando i due a giocare coi pisy altrui, Zayn pensa bene di spogliarsi e trastullarsi allegramente, un po' incazzatello anche. Insomma, Niall, lo assalti in ascensore e poi lo molli per quel cosetto senza barba e con faccia alla Dawson Leery. Nun se fa! Adesso, tenetevi pronti, e, se deboli di cuore o soggetti a gastrite acuta, vi prego di non continuare. La scena che sto per copiare potrebbe esservi fatale. 

Tutti quei rumori dei baci, del succhiamento, a Zayn provocano e più la voglia di toccarsi, li sotto. Non c'è la faceva più. Si morse il labbro e s'abbassò i boxer e spuntò l'erezione. I due, increduli, guardarono lo spettacolo eccitante. Il moro, ad occhi chiusi, si masturbò con dei gesti lenti fino ad aumentare il ritmo... Ma sentì delle labbra che cominciarono ad pompare, il pakistano non diede tanta importanza a chi era. L'anonimo, cominciò salire e a lasciare baci umidi sul torace, fino ad arrivare al collo dove lasciò migliaia di baci e più sopra due labbra calde rosee erano lì ad aspettare, il bacio. Be' dopo pochi minuti erano già state baciate. E intanto sotto se ne già stava lavorando uno. Cosa voleva di più, Zayn? Non gli mancava proprio nessuno, era già alle stelle.

Tralasciando l'italiano approssimativo (ed è fargli un complimento) con il quale il nostro Boy Directioner si esprime (vedasi “succhiamento”, nel quale non so che parole stia mischiando, e vari obbrobri grammaticali da far vomitare – stile L'esorcista – anche i più forti di stomaco), non apprezzate l'alta tensione con la quale arriviamo passo dopo passo a questo rapporto che si consuma in 0,3 secondi? Ma, come dice Ligabue, il meglio deve ancora venire ed è proprio su quest'ultima parola che non mi esprimerò ulteriormente.
Liam, “il cucciolo indifeso”, dice il nostro autore (che suppongo sia una pischella dodicenne che crede di ottenere più recensioni fingendo di aver un pisy e, visto Fierb, può essere ci riesca e abbia ragione), mentre succhia il capezzolo destro (dettaglio fondamentale, eh, perché sul sinistro c'è Niall) di Zayn(O), si fa una lista mentale che, se non mi provocasse attacchi di ansia e panico, farebbe morire dal ridere:

1- Baciare Niall [Fatto]
2- Stimolare i Capezzoli [Fatto]
3- Leccarglielo [ Da fare], infatti c'era il moro
4- Penetrarlo [ Da Fare]

Giustamente, mentre sei sopra ad un tizio riconosciuto per essere violento e ad un Cicciobello senza arte né parte, tu pensi che fare sesso equivalga ad una ricetta di Benedetta Parodi e ti domandi quali siano gli ingredienti che mancano per completare il piatto, mi sembra ovvio. CELO, CELO, MIMA, MIMA. Liam, se serve ho un doppione di Totti e te lo passo volentieri, eh.
Mentre il nostro autore ci informa che i peli pubici di Liam solleticano il naso di Niall (non ho capito se fosse una battuta e dovessi leggerci dietro qualcosa di ancora più porco di quello che c'è già, cari lettori, e mi astengo dal provarci), quest'ultimo pare essere la vittima sacrificale degli altri due maniaci sessuali predatori, che, all'inizio se lo tiravano alquanto e, entrati nella suite, da tizi che non hanno mai avuto un rapporto omosessuale (e, azzardo io, anche con delle donne, visto che neanche hanno la barba e fino a ieri giocavano con Action Man), si trasformano in Rocco Siffredi e Franco Trentalance e legano il Leprecauno (no, non lo so e non lo voglio sapere il motivo per il quale è chiamato così. Spero abbia a che fare con l'Irlanda solamente) fino a che... “Finalmente Niall aveva completato la sua missione: un Threesome”. Dai, Niall, complimenti, puoi ritirare il mongolino d'oro nel paese del Non-Tornare-Mai-Più accompagnato dai tuoi compagni di... ehm, giochi?
Possiamo solo aggiungere MISSION ACCOMPLISHED e sparare nel cielo due fuochi d'artificio mentre tutti insieme ci dilettiamo in un trenino di Capodanno al suon di Brigitte Bardò Bardò!
Ah, quasi dimenticavo. Dopo un pornazzo che non so come faccia a far pulsare le vagy delle nostre dodicenni lettrici, il caro Boy Directioner, dopo il bis, conclude la sua storiella con le dichiarazioni d'amore dei tre. Eh, sì, gente, avevate dubbi che non si amassero? In fondo, Niall doveva portare a termine la missione, ma sempre con ammmmore, eh!
Visto che le sventure non vengono mai sole, ecco che compare il terzo capitolo (eh, no, il secondo lo metto più sotto perché c'è la sorpresa che non vi aspettate). Daddy!Zniam, questo il titolo in un arabo che sicuramente anche un iracheno non capirebbe (di fatti, Chrome mi informa che non riesce a tradurlo in italiano), fusione e intruglio di corpi dei pischelli di cui sopra, i nostri, invece che continuare a guardare Toy Story, pensano bene di giocare a rinculino allegramente, ça va sans dire.

«Allora, vuoi il bel cazzone del tuo Daddy nel bel fondoschiena?» sussurrò, Zayn, senza scrupoli, sensualmente. Il più giovane, annuì, lo voleva assolutamente, ma di questo ne era certo. «Oppure vuoi quello di Daddy Leeyum?» questa era la provocazione di Malik, ma per Horan era peggio di un'abbuffata di Nando's.

Ebbene sì, fingono di essere una famigliola felice, in cui Liam e Zayn sono i genitori e Niall il bimbo da seviziare brutalmente. Io non so in che famiglia sia cresciuto questo qua e non lo voglio sapere, ma se fossi nella madre farei una chiamata ad uno psichiatra – di quelli bravi, però – e lo farei internare. Ma la parte migliore (non sono ironica, questa è divertente sul serio), si ha quando, nell'apice del momento, Liam, stanco dalla lunga cavalcata delle valchirie, urla “«Cambio! Son esausto!” neanche fosse sulle macchinine a scontro e un colpo di frusta l'avesse distrutto. Voi non potete capire quanto stia ridendo da sola di fronte allo schermo. Se uno pensava di essere la Parodi, qui abbiamo uno staffettista che neanche riesce ad arrivare al prossimo runner e molla la presa. In tutti i sensi.
Il tutto si conclude con i due che ci danno dentro, CONTEMPORANEAMENTE!, lo vorrei sottolineare, con il povero Niall, neanche fosse una bambola gonfiabile in mano a due imberbi tredicenni alle prese con le prime sperimentazioni sessuali. Oh, ma lui gode, eh. Questo il nostro directioner tiene a precisarlo. Io ho i miei dubbi, ma se lo dice lui ci sta, no?
Ed eccoci alla crème de la crème, al bocconcino più dolce, all'ultimo pezzo della torta che, si sa, è sempre il più buono. Rullino i tamburi, squillino le trombe, si inchino i plebei, signori e signore, qui abbiamo un ospite! Niente popò di meno che... Justin Bieber. Eh, sempre lui.
Jzialliam (non chiedete, ve ne prego) è l'apoteosi del trash pornazzaro, in cui ci si dà il cambio (quello è il marchio di fabbrica), si lecca, ciuccia e morde come neanche alla sagra del tortello di Scarperia, ci si struscia i pisy e si geme (in modo “femminile”, ci dicono dalla regia) come se non ci fosse un domani. Visto che sono in vena di gentilezza, vi risparmio le sconcerie – che tanto le avete già lette sopra e poco cambia – lasciandovi il finale di quest'avvincente fyccina a rating rossissimo:

Alla fine accesero la luce, ed beati si stesero sul letto... «Uh, certo che ci siamo dati da fare, eh?» fece il castano asciugandosi la fronte, piena di sudore, con il braccio. Loro risero, «Be', Niall é stato spaccato in due» aggiunse Malik, ridendo «Hey!- Esclamò il biondino- sono ancora intatto» disse toccandosi «Allora, Niall, chi è stato quello migliore a venire?» chiese, Justin, interessato « Be' credo che sia stato... Zayn, si, Zayn» Be', a Malik, gli comparve un grande sorriso ed era soddisfatto. Nonostante tutto questo ritornarono a dormire felicemente, sognando tutto l'accaduto.

Insomma, si fa sempre il riepilogo, dopo una lunga giornata, e si tirano le somme, sognando felici ciò che si è messo in pratica! Imparate da loro.
Dopo tutto ciò, a parte l'aver scoperto che il fandom degli One Direction su Efp imperversa di fanfiction YAOI piene di scene porche che più porche non si può, mi prendo la libertà di parlarvi di questa ciofeca che neanche Moccia avrebbe potuto scrivere nei peggiori momenti in cui spremeva le meningi sulla tazza del water, tra uno Scusa ma ti chiamo amore e uno Scusa ma c'ho bisogno di copulare. Ci sono questi cinque (sempre loro, sì, peggio di Equitalia) e una tizia innominata che, al grido di “vogliamo fare un gioco??? […] 1° regola non si esagera MAI! […]” (in un grassetto quanto meno fastidioso, per me che al momento porto gli occhiali e gradirei non sforzare ulteriormente la vista, già precaria e sull'orlo del suicidio dopo aver aperto certi link) si dedicano anima, cuore, una vagy e cinque pisy all'orgia che “sarà la più bella della storia” (bah, ognuno avrà anche i suoi gusti, ma qui rasentiamo l'orrido e anche Dario Argento si è voltato per dar di stomaco).

Era arrivato il mio turno , Niall prese ad accarezzarmi l’interno coscia , iniziò a baciarmi il ventre , fino a ritrovarsi con la lingua dentro alla mia  intimità  che “accarezzava” dolcemente  . Prese a succhiarmi avidamente il clitoride  facendomi gemere come mai . Intanto Liam se la stava spassando con i miei capezzoli , fino a che non ebbe la  brillante idea di mettersi  su di me creando una spagnola . Louis venne dentro Zayn e si unirono a noi  cosa che fece anche Harry dopo essersi finito di fare quella sega sullo spettacolo che aveva d’avanti . Mi fecero mettere a 90 , Harry spingeva da sotto , Niall mi inculava  , Zayn e Louis si divertivano con il mio seno e Liam si godeva uno stupendo pompino fatto dalla sottoscritta .  Giusto per farmi impazzire ancora di più presero un vibratore e  lo infilarono nella mia intimità  creando una doppia penetrazione . quel giocattolo stava facendo miracoli  massaggiava ed era gradevolissimo , mai quanto l’erezione di Harry che ospitavo  , le sue spinte mi mandavano i estasi .

Precisando che gli orrori grammaticali (TE POSSINO!) sono tutti dell'autrice – che è una pulsatrice di vagy a tradimento e noi tutti lo sappiamo –, quello che verrà ribattezzato da Niall – il Leprecauno, per intenderci – come “IL MIGLIOR SESSO DELLA MIA VITA”, si conclude con sei persone – SEI, dico SEI, gente – che “sincronizzati venimmo tutti contemporaneamente”. Qualcosa che neanche gli svizzeri, con tutto l'impegno del mondo, riescono a fare, riesce ai cinque mocciosi inglesi e alla loro scopamica. Qui ci sarebbe da far partire l'applauso, ma sto ancora fissando quello sgorbio che ho incollato qui sopra. Non so se ridere, perché le adolescenti (o sarebbe meglio dire, bambine di dieci-dodici anni?) credono che per fare sesso occorra prendere il numerino della Coop e aspettare diligentemente in fila come alla posta, oppure piangere e prenotare un'isterectomia d'urgenza e porre fine alle sofferenze future che non voglio soffrire. Nel dubbio, chiudo. 

(volete le prove che questa fic siano davvero seguite e considerate capolavori della letteratura? 1, 2, 3 e 4. E, badate bene, queste sono sole alcune recensioni ricevute dal nostro directioner preferito). 

Qui il link sull'Efp ai porno amatoriali del Boy Directioner. 
Qui il link dell'altra perla rara dal titolo Love, sex, durex (e, precisiamo, neanche un preservativo viene usato. Che li usino per i gavettoni?).

domenica 24 marzo 2013

Cronache acide di una lettrice incazzata: edizione domenicale, seconda puntata.

A #moroso che oggi compie gli anni 
e che quando gli ho detto dell'esistenza di questo angolo virtuale 
è sbottato dicendo che "pure un blog hai adesso?" 
e mi ama lo stesso, pensate un po' <3


Siamo rimasti a lui che vuole farla stare bene, don't you remember? (the reason you leeeeeeft meeeeeee cit. Adele)
Il che significa che stiamo per sapere se questa cosa merita veramente il rating rosso così fieramente sbandierato, il grande momento potrebbe essere finalmente giunto. Le premesse ci sono tutte: limone, bacetti vari, dita intrecciate, esplorazioni in zona inguinale prontamente sabotate (perché Bo è una suona, ancora, e non il puttanone che diventerà a breve non appena lui intingerà il biscotto e lei scoprirà che pucciare è divertente) e lei che si siede a cavalcioni su di lui.
"Ti prego." Supplicò.
La mano di Harry lasciò andare la mia e mi sorpresi di me stessa quando continuai a toccare il suo petto. I suoi muscoli erano tonici, duri sotto le mie dita morbide. Vidi la sua bocca aprirsi leggermente quando il mio indice sfiorò leggermente il suo capezzolo. Il respiro caldo usciva forzato dal suo corpo mentre il mio tocco continuava a scendere lungo il suo torace. Tracciai accuratamente le linee definite del suo stomaco: Harry non riusciva a staccare gli occhi scuri da me mentre facevo scivolare le dita lungo le sue curve. Lasciai poi che le mie dita curiose scendessero lungo le linee a V dei suoi fianchi, ma il mio toccò si fermò non appena raggiunsi la fascia nera dei suoi boxer, visibile da sotto i suoi jeans.
La supplica pure. A voi non fa pena? A me un po', voglio dire... mi spiace per lui che questa bottarella debba sudarsela così tanto, arrivando a supplicare quando fondamentalmente gli basterebbe uscire di casa senza maglietta e davvero fosse così come lo descrive troverebbe me pronta a dargli tutto quello che lei non vuole. Perché se ti trovi davanti uno che da merda agli addominali che Abercrombie assume, tu gli dai quello che vuole, ragazza, e ti ritieni pure fortunata di averglielo dato. Baci la terra dove cammina, e dove il suo dorato culo perfetto si posa. Questo fai, e non perché sei Directioner o boiate simili. Lo fai perché è cosa buona e giusta, punto. Non che ti tiri indietro e fai la riottosa senza motivo. Non scendiamo nel dettaglio di quel "ti prego" poi, che è proprio degno di un #PoveroMalatoDiFiga e non serve aggiungere altro.
La disperazione è tale che lui deve farsi una sega da solo perché lei non sa come si fa. La fa con i boxer ancora addosso, per inciso, cosa che mi lascia alquanto perplessa e mi porta a dubitare anche della sua integrità mentale, non solo quella che Bo che gli scosta i capelli dalla fronte e lo trova molto vulnerabile. Che non è esattamente la parola che avrei usato io e a questo punto vorrei capire il corrispettivo anglosassone dell'autrice per vedere se la nostra traduttrice di fiducia s'inventa le cose o ha a che fare con materia prima scadente. Cosa, per altro, già appurata.
Bo ha poi la brillante idea di voler sapere cosa si prova a "tenere il coltello dalla parte del manico". Ovvero un pene. Con i boxer ancora su. E ho dei grossi problemi ad immaginare la dinamica pratica della cosa, a dire il vero. Ma come possiamo biasimarla? Visto il genere di amiche che ha, dubito nel quartetto una sia sgamata abbastanza da aver mai parlato delle sue prime esperienze elevandosi al ruolo di Maestra della Nobile Arte del Segone. Probabilmente non sono mai arrivare neppure alla Nobile Arte del Limone, di cui Bo è ormai un'esperta. Soprattutto per quanto riguarda i limoni sbagliati alle persone sbagliate e nei momenti più impensabili, parliamoci chiaro. Ma non è finita qui, perché la nostra inutile eroina sta per ampliare i suoi campi di specializzazione! Proprio così signori, sta per per diventare una marchiatrice pure lei. Mentre una strana umidità si propaga lentamente nei boxer, lei gli fa un SUCCHIOTTO! Ora si appartengono, si sono praticamente sposati, la signora Heather avrà i nipotini che sogna e la nostra tortura è destinata a non aver più fine.
"Questa è una vendetta?" Mi schiese sorridendo.
Non risposi.
"Forse dovrei farti arrabbiare più spesso." Ridacchiò. "E' divertente."
I miei occhi si chiusero all'istante quando lasciò un bacio deciso sulle mie labbra. Il tocco di Harry mi fece sentire di nuovo debole mentre passava giocosamente la lingua sul mio labbro inferiore. Lasciò andare i miei polsi e si alzò dal mio corpo, avviandosi verso l'altro lato della stanza.
In tutto ciò non riesce a pensare ad altro che gli ha permesso (strano) di starle sopra con addossa i boxer belli pregni di sborra. Lo schifo. Veramente lo schifo, per entrambi che sono due cragnosi al limite del disgustoso. (E che lui non chiede, lui schiede, ma lasciamo stare che è meglio.)
Grazie al cielo #PoveroMalatoDiFiga ha il buon gusto e il buon senso di andare a farsi una doccia, e quando ne esce non solo è un Dio sceso in terra per allietare noi comuni mortali E LEI VUOLE ANDARE SUL DIVANO PERCHE' HA DI NUOVO PAURA DI LUI. O meglio, non abbastanza paura dall'evitare di fargli quella che chiamaremo "sega con boxer", ma abbastanza da non voler condividere l'enorme letto matrimoniale per due nano secondi. Poi il richiamo dell'Amplesso Imminente si fa troppo forte e sguscia sotto alle coperte che "hanno il suo odore". Il che vuol dire che non le lava spesso. Ugh le cose che devono essere rimaste nelle fibre della stoffa.
Tra uno "spostati, amore" e un "non preoccuparti, ho attenzione di ricambiare il favore", lui si addormenta e lei si riscopre in piena fase amarcord nei confronti della sua vecchia vita. Non ha ancora capito che le basterebbe denunciarlo (per quanto adesso non sarebbe più credibile) o semplicemente dirgli di no per essere a posto. Harry. Bo. Boh.
Capitolo dodici, quando Bo non vuole fare altro che rimanersene nel suo letto ma già si è scordata di non essere esattamente nel suo letto, quanto piuttosto nel letto di lui. Che, ricordiamolo, c'ha un fisico da panico e ha solo un paio di boxer addosso. E a quanto pare è il momento di ricambiare il favore.
Bo cade dal letto, perché come Bella Swan è impacciata e goffa e suorina. Però ha la prontezza di spirito di prendere al volo la lampada che cade dal comodino dopo che ci ha sbattuto contro, senza sentire nessun tipo di dolore. #PoveroMalatoDiFiga se la ride come riderebbe chiunque. Per non piangere. Ha già capito che andrà in bianco, così rinuncia all'idea di far la doccia con lei (figuriamoci se lei che si cambia con le tende spalancate vuole lavarsi con un figo della madonna, per carità!) e va a riprendere la macchina lasciata fuori dal club, giusto per essere sicuro che lei prenda confidenza con casa tua eh. Maniaco del controllo, la chiude dentro ovviamente. E lei lo trova normale, OVVIAMENTE. Così, chiusa in casa, non ha niente di meglio da fare che mettersi a gironzolare e farsi i fatti di #PoveroMalatoDiFiga, di cui trova una foto che non doveva trovare e da cui possiamo già intuire un principio di dramma che ci sarà orrendamente svelato (nel senso che sarà scritto da cani) chissà quando nel futuro.
"Non preoccuparti, farò un buon uso delle mie dita molto presto." Lo sentii ridacchiare contro il mio collo quando m'irrigidii visibilmente alle sue parole. Avevo ormai imparato che Harry non era il tipo da evitare timidamente argomenti intimi. Un respiro caldo uscì dalle sue labbra mentre la sua mano grande risaliva la mia coscia.
"E anche della mia bocca." Aggiunse.
Per il momento dobbiamo accontentarci di queste deliziose promesse. Tranquillo, #PoveroMalatoDiFiga, non avevamo dubbi a riguardo.
All'inizio del capitolo tredici troviamo una Bo estremamente impegnata a scrollare il suo tumblr. Perché lei si che ha una vita, da vera Directioner, una vita che consiste nello stare davanti al pc all day long senza alzarsi neppure per andare al bagno. Molto bene. Tra un reblog di post molto divertenti e l'altro scopriamo che la signora Heather è andata in visita ad un parente malato, che la Zoe ha organizzato una seratona che spacca (ossia un film sul divano, ed è così tirchia che il gelato lo deve portare Bo) e poi, ZAN ZAN! #PoveroMalatoDiFiga le scrive. Panico e paura. E mo che vuole, vi chiederete voi. Vuole conoscerla. E quindi i due piccincini passano la notte a messaggiarsi come tredicenni in calore, facendosi "l'un l'altra domande riguardo le nostre vite." Il flashback con Edward che interroga Bella prima di limonarsela dopo la famosa gita in montagna è venuto solo a me? No? Sono paranoica e vedo brutte scopiazzature in ogni dove? Possibile, son talmente prevenuta che proprio non so come affrontare quanto invece devo affrontare. Cose che noi umani uau, neppure i più pervy di noi potrebbero immaginare OuO. Comunque Bo fa di secondo nome Grace. Bo Grace CognomeIgnoto. Mi chiedo se #PadreIgnoto e la signora Heather non si facessero di acidi quando erano in dolce attesa, perché come diavolo puoi chiamare qualcuno Bo Grace? Chiamala Bo Mah! Almeno può spacciarsi per asiatica e tra i due nomi c'è un minimo di coerenza, dai! Bo Grace. Grace, boh. 
Ma stavo dicendo che adesso eh, c'è la smessaggiata porca da affrontare. Non che ci sorprenda il fatto che #PoveroMalatoDiFiga abbia delle curiosità che "tingono di rosa" le guance della nostra inutile eroina (perché rosa, poi. Perché. La gente normale quando è in imbarazzo arrossisce, diventa rossa, non arrosisce e diventa rosa.), ma che le sue amiche assecondino queste fantasie inventandosi che la casta Bo porti addosso delle mutandine di pizzo nero (cosa del tutto discutibile e lo scrivano mentre lei va in bagno a #PoveroMalatoDiFiga è una cosa nuova. O meglio, l'ennesima conferma di quanto poco amiche siano e quanto meglio farebbe Bo a lasciarle perdere forevah en' nevah che queste portano solo guai e sono fondamentalmente inutili. Che poi Bo si offenda o meno per questo scherzetto innocente (fatto non ai danni un ipotetico maniaco con reputazione pericolosa, masturbatore seriale con boxer addosso, bocca piena di belle promesse e intenzioni palesemente tutt'altro che pulite, ma della loro presunta migliore amica!) decide di non rimanere a dormire dalla sua amica e in una limpida serata ventosa si ritrova a passare a piedi davanti ad un pub stranamente affollato da gente ubriaca. Dove trova, indovinate un po' chi? #PoveroMalatoDiFiga. Spalle al muro e un pugno ben piazzato nello stomaco.
"HARRY!"
Barcollò leggermente prima di voltarsi verso di me. Aggrottò le sopracciglia mentre cercava di mettere a fuoco la persona che l'aveva appena chiamato: i suoi occhi si bloccarono su di me. Uno dei ragazzi approfittò del suo momento di distrazione per colpirlo violentemente in faccia. La mia mano si poggiò sulla mia bocca in stato di schock.Perchè stava combattendo di nuovo? I miei pensieri erano caotici mentre attraversavo la strada correndo per raggiungere il gruppo. Harry era in piedi contro il muro quando ricevette un altro pugno in pieno viso. La paura s'impossessò di me non appena riconobbi il ragazzo che stava picchiando Harry: Jake.
Ed ecco il trionfo di stupidità del post. Tu vedi una rissa, gente ubriaca che se le da di santa ragione, scorgi il tizio che ha tentato di violentarti in un vicolo e quello che nonostante tutto ti fa ancora una paura della madonna e CORRI LORO INCONTRO? Ma sei scema o fai solo finta di essere, e in realtà sei totalmente incapace di intendere? Poi non stupirti se uno ti prende per le braccia e ti immobilizza con la forza, cuoricino mio, te la sei andata pure un po' a cercare... Inutile che poi si scopra sei pure dotata di forza sovrumana e, con le braccia immobilizzate DIETRO la schiena, con una gomitata sei libera eh. Perché proprio no. Inciampi sul dritto e per contro sai picchiare forte? Io non ti credo. La verità è che avresti dovuto avere così tanta paura da pisciarti addosso e raggomitolarti in un angolo a piangere, sicuramente se fosse una persona normale non ti saresti messa a correre verso #PoveroMalatoDiFiga #OcchiPestiEdition. Non avresti neppure ingaggiato rissa con tanta leggerezza, o sfidato un molestatore comprovato e pericoloso come fosse un bimbetto capriccioso da rimettere in riga. Che poi, non hai un cellulare? Il 911 non è solo una combinazione numero troppo sfruttata in film e telefilm, eh! Che poi, dove caaaaaaaaaaaaavolo è ambientata, la cosa? Stati Uniti o Inghilterra? Mah. Boh. Bo. 
Lo spinsi con forza all'indietro, azione più efficace quando era ubriaco: normalmente, infatti, il suo corpo non si sarebbe spostato nemmeno di un centimetro. I suoi ricci si poggiavano disordinatamente sulla sua fronte, i suoi normalmente brillanti occhi verdi sembravano opachi. Il suo bel viso era ferito dopo aver ricevuto innumerevoli colpi. Mi voltai, la mia schiena quasi toccava il petto di Harry mentre rimanevo ferma in modo protettivo davanti a lui. Le mie mani tremavano lungo i miei fianchi quando guardai in alto, vedendo il sorriso di Jake.
Io proprio non ho parole.
Ti meriti le brutte cose, Bo, te le meriti tutte e non posso davvero credere che qualcuno sia andato a protestare dalla Cee dicendole che non dobbiamo permetterci di parlare male di storie così belle. Proprio no, mi rifiuto. 
Si porta pure #PoveroMalatoDiFiga in casa, tizio violento e ubriaco che da lei vuole solo una cosa (la ciabatta, cosa avete capito? Lui cerca solo ciabatte). In casa sua. Mai un parente malato fu più provvidenziale, io ve lo dico, cose che neanche il libro di Paolo e Francesca. 
Signora Heather, dillo che l'hai fatto apposta per lasciar spazio ai due piccioncini! Ha proprio fame di nipotini su cui rifarsi della figlia deficiente, non è vero? Che i suoi sogni di madre degenerata stiano per avverarsi o meno, intanto i due pargoli sono soli in casa di lei, e ho come il sospetto che nonostante i lividi e il sangue (litri di sangue!) che lei sta prontamente ripulendo ben presto la crocerossina giocherà al dottore. Niente di nuovo. Ma ehi, stiamo parlando di #Dark, comparabile in bruttezza solamente a #Danger, che vi aspettate?



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