sabato 13 aprile 2013

Cronache acide di una lettrice incazzata: BUT THAT WAS THE TERRIBLE MISTAKE.

Prima di ammettere pubblicamente che si, anche io ho preso la difficile decisione di affrontare l'universo Larry, rinnovo l'invito alle Directioners nostre lettrici (so che ci siete, così come ci sono quelli che votano Berlusconi. Solo che come loro vi vergognate troppo di fare outing!) a segnalare le fanfiction che più vi piacciono e che ritenete ben scritte: non siamo qui a smacchiare giaguari, questo è certo, ma non sta scritto da nessuna parte che l'unico scopo di questo blog sia smerdare brutte ficcyne eh. Anzi, un'inversione di rotta potrebbe essere persino gradevole!
Detto ciò, torniamo alle cose serie. Perché Larry è una cosa seria, addirittura mortale.
Il contesto generale vuole che la crisi mondiale non impedisca alle persone di uscire ogni sera a mangiare al ristorante, altrimenti il bel (plasticato) Louis non avrebbe di che riempirsi la pancia con l'onesto lavoro del cameriere. Sounds good. Però è annoiato da questa sua vita, eh, l'essere precisino, gran lavoratore, non bugiardo. No no no, brutte cose. Ed è pure un cacasotto, perché mentre se ne va per una strada buia e deserta sente dei rumori nei cespugli (maniaci, maniaci ovunque!) e giustamente  da bravo ometto si caga in mano fino a quando non salta fuori che a produrre i misteriosi rumori non è altri che Eleanor, la sua collega di lavoro preferita. Quella che nella realtà se lo scopa, gnam gnam! Qui invece c'ha uno stile da parigina che non ho ben capito cosa significhi e si prodiga in una conversazione che si può riassumere così:
"Come ogni sabato sera è stato un lungo e duro lavoro"
"Eh si, non vedo l'ora di andare a casa"
Letteralmente. Poi si separano, di modo che i rumorini sospetti tra le frasche si ripresentino senza scomodi testimoni. Il nostro Harry infatti sbuca fuori tipo vigile urbano l'unica volta che lasci la macchina in divieto perché devi andare a prendere il pane e non c'è uno straccio di parcheggio, e alla stregua di un esattore delle tasse snocciola nome e cognome del nostro bel moretto dagli occhioni blu che già freme dalla tensione.
"Louis Tomlinson?" Risposta: no, sua nonna.
“Sono Harry, Harry Styles.” rispose il riccio.
“Si e io sono Bond, James Bond. Levati dai coglioni prima che chiami la polizia.”“Hei, tranquillo, non voglio farti del male.”“Hai appena ammesso che mi segui da un pò.”“Sembri delizioso.” c'era qualcosa negl'occhi di Harry, nella sue labbra talmente rosse da essere ben visibili anche al buio, che faceva paura a Louis, terribilmente paura.“Delizioso?”“Delizioso.” confermò Harry e, in pochi secondi, forse anche troppo pochi, Louis se lo trovò a forse anche meno di cinque centimetri.“Cosa vuoi da me?” chiese Louis davvero preoccupato.“Solo...” cominciò a rispondere Harry, fissando il collo di Louis in maniera fin troppo inquietante e non concluse mai quella dannata frase.“Okay, forse non m'importa saperlo, voglio solo tornare a casa.” concluse Louis, spostando Harry con una leggera spinta e ricominciando a camminare. Ma in pochi secondi lo scocciatore era di nuovo di fronte a lui.
Ovviamente. E non serve neanche dirgli, allo scocciatore, che sta effettivamente scocciando; neppure spintonarlo o, più saggiamente, minacciare la provvidenziale chiamata alla polizia: le designate autorità, infatti, non possono aiutarlo. Parola di #HarryLoStalker. O stolker, come scrivono le vere Directioners.
Il secondo capitolo si apre così, con un contributo grafico a cui tutte noi avremmo fatto volentieri a meno. Non perché si tratti di uno sgradevole esemplare di culetto maschile, quanto piuttosto perché il pensiero di una ragazzina che va in cerca di queste immagini è causa di disturbo alla nostra già precaria - in tema di ficcyne - quiete mentale. 
Louis si sveglia con un senso di inquietudine che gli rosicchia le ossa. Del resto non può mica sapere che Harry lo sta spiando dalla terrazza di fronte, no?

Gli piaceva la sua carnagione chiara, ma sicuramente più scura della sua pallida e lattea, gli piaceva la schiena che era da graffiare, il petto magro e quei pettorali che non erano perfetti ma c'erano, le gambe più corte delle sue, ecco, gli piaceva la loro differenza d'altezza e quel fondoschiena, era perfetto, molti dei sogni perversi di Harry erano incentrati su di esso.
Louis entrò nella doccia ed Harry osservò la sua figura mentre si passava la spugna lungo quel corpo che tanto bramava, mentre si lavava e passava le mani tra quei capelli castani, mentre si masturbava, come sempre faceva la mattina in quella doccia. E ad Harry piaceva l'espressione. A lui piaceva il modo in cui chiudeva gli occhi piccoli e blu, si mordeva le labbra e impegnava l'intero viso in un'espressione così eccitata e sessuale. Harry era convinto che quella non fosse un'espressione sensuale, ma sessuale, semplicemente perchè parlava di sesso.Non era solo l'espressione, però, che lo colpiva.I suoi gemiti, il suo respiro irregolare, la sua mano che si muoveva decisa lungo l'asta di quel membro forse anche troppo grosso.In fine, Louis confuse il suo seme con l'acqua, mentre Harry sognava di essere lì con lui; ed uscì dalla doccia, mentre Harry scomparse da quel terrazzino vicino al bagno.
Profondo malessere. L'hanno appena detto al tg, lo giuro, ma è l'espressione perfetta. Il guardone e il masturbatore seriale: fanno già scintille. Inutile dire che è proprio il guardino il cliente che Louis deve servire una volta arrivato al lavoro. Trenta secondi dopo (una riga e mezza) c'è un biondino con gli occhi di cielo che gli chiede di seguirlo e noi sappiamo già che lo farà visto che se c'è una cosa a cui proprio non resistono i protagonisti delle ficcyne sono proprio gli inviti che è meglio declinare senza pensarci su. Il biondo è Niall Horan e conduce il nostro bello "davanti ad una casa silenziosa, in un quartiere silenzioso dal quale Louis non era mai passato, non sapeva neanche dell'esistenza di queste case." TI SI CHE SI FURBO, LOUIS! Quando ovviamente dietro la porta si scopre esserci il nostro guardone, teletrasportatosi (blogger mi segna che è sbagliato, scritto così, a voi risulta?) dal locale in questa casa misteriosa in zerodue, e qui devo chiedervi scusa, perché non avevo realizzato che Louis ha seguito Niall per conoscere un Harry senza capire che si trattasse del nostro Harry, quello creepy! Mea culpa, e mentre mi scuso i due litigano, fino a quando...
Un sorriso malizioso si fece spazio tra le labbra di Harry e questo fece innervosire anche di più Louis che “Cazzo c'è da sorridere?” chiese.
“E' solo che la conversazione era incentrata sull'uso del verbo "venire" e...” Harry scrollò le spalle.
“Sei davvero così stupido?” chiese Louis ma un accenno di risata tradì il suo comportamento freddo.
...fino a quando non cadono le braccia a noi tutte: già si amano e dal momento che Louis acconsente a conoscere il guardone, perché in fondo farlo "non sarebbe poi così orribile", i giochi son fatti. A nulla valgono le giuste osservazioni di Eleanor ("Louis, stai scherzando, vero? Puoi denunciarlo, lo sai? TI SEI FOTTUTO IL CERVELLO? Un ragazzo ti stalkera, ti guarda mentre ti masturbi e tu al posto di denunciarlo, ci esci insieme?”), il guardone a mezzanotte se ne sta fuori dal ristorante. Bello da far mancare il fiato, of course. Si fa portare in un parco. Di notte. Per manina. Ma non è un parco qualunque, è un parco speciale. "Come mai?" chiede Louis, "non te lo voglio dire" risponde Harry, più che disposto a confermare di aver spiato il nostro bello per un lasso di tempo sufficiente a capire tutto della sua vita, della sua sessualità, della sua personalità. Coerenza vuole che Louis prenda e se ne vada alla velocità della luce, ma dove? Alla polizia? Macché. A casa. A riflettere sull'accaduto. Ci riflette così tanto che quando arriva al lavoro ed Eleanor gli comunica che il capo ha venduto tutto per aprire una nuova attività in Francia e lui si trova senza soldi per pagare l'affitto, accetta di andare a stare da Harry. Che non si sa come è presente.

Il suo sguardo si posò su un giornale sul marciapiede. Lo raccolse e la prima pagina portava il titolo “TRE MORTI IN UN PARCO DI LONDRA.”
Louis guardò le foto e... quel parco aveva un'aria così familiare. Sembrava quasi lo stesso in cui lui ed Harry avevano trascorso il loro "primo appuntamento".
Tra i cadaveri, rinvenuta la pazienza di una giovane laureata ventiquattrenne con l'hobby delle fanfiction. 

Il trailer.

Qui il link sull'EFP.

3 commenti:

  1. Perché ho guardato il trailer?!?!?! Perchééééééééé T_T
    Oh mamma... Non ho veramente parole.
    Anzi no, una cosa voglio dirla: mi siete mancate!! xD
    Ecco sì, questa era la cosa più importante da dire. U.U
    Per il resto...Sorvolo.
    Cos
    Ps. Teletrasportatosi secondo me è giusto e infatti qui nel commento non me lo segnala... Boh. Bo.

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    1. Il trailer è il motivo per cui l'ho recensita. Ma in realtà non serviva farlo, parla lui per la.. cosa.

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  2. Yep, teletrasportatosi è giustissimo, mon amour <3
    Non ce la faccio a commentare tutto il resto, non sveglia da solo due ore. Mi viene il mal di stomaco e la voglia di emigrare su Marte con la prima navicella spaziale che riesco a raccattare.

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