lunedì 13 maggio 2013

Di fanfiction, grammatiche stuprate e fantasia latitante: quando mi sale un crimine che non riesco a dirvi.

Non dovrei scrivere un post quando sono arrabbiata, già lo so, perché uscirà fuori la parte più odiosa di me, quella puntigliosa e acida criticona che non sempre voglio mostrare, ma @ ci ha passato il link su Twitter e non posso proprio fare a meno di dire la mia.
Superato questo banner dal gusto dubbio che mi ha fatto accapponare la pelle,


troviamo una fanfiction scritta decentemente, in un italiano pressoché buono, senza gravissimi errori di grammatica o sintassi che mi provochino il cagotto a spruzzo. Bene, direte voi, no? La stessa cosa che avrei pensato io. Insomma, in un fandom generalmente pieno della merda più immonda, senza offesa per la signora marrone, e in cui è stato necessario apporre quella meravigliosa scritta che la Chiù del mio  ♥ vi ha mostrato nel post precedente, ben vengano finalmente le aspiranti scrittrici che conoscono le basilari regole della loro stessa lingua e non si esprimano come un analfabeta.
Dove sta il problema, perciò?
Il primo lo troviamo col signor Turner, americano in Germania, che nasconde, fino a che non li portano a Auschwitz, la famiglia ebrea di Céline, la protagonista, e con la signora americana, tale Isabell Campbell (fantasia, portami via!) che sta in un campo di concentramento, nel biennio '44-45. Peccato che sia storicamente inattendibile, per non dire falso, come fatto, essendo gli americani arrivati a liberare i prigionieri soltanto più tardi. Ma, comunque, è una donna, non certo un soldato catturato: doppia stronzata.
E questo è solo uno, perché, ad esempio, potrei segnalarvi la "capoo" che mi ha irritato ulteriormente (si scrive "kapo", intanto, e le donne addette alla funzione, se così vogliamo dire, venivano chiamate ""blokova"), o che alla nostra protagonista, che scrive letterine che nasconde sotto il materasso (perché ovviamente in un campo di concentramento c'erano tutti i comfort e ci sta pure che dormissero in una camera ben arredata e d'alto lusso), qualcuno tira i capelli appena sveglia. Peccato che ogni persona venisse rasa a zero non appena metteva piede nel campo, e io lo so, cara mia, perché parlo con relativa "cognizione di causa". E ti spiego come avveniva. Innanzitutto, si veniva spogliati, dopo essere stati privati di tutto quello che si aveva addosso (bracciali, anelli, collane); poi ci si trovava di fronte a tre kapo: il primo rasava con la macchinetta (che nella fyccina viene usata sul pube WTF!), il secondo col rasoio completava la rasatura (di tutto il corpo) e il terzo disinfettava i tagli prodotti dal rasoio. Chiedo scusa per la digressione, ma mi sembrava giusto chiarire.
In una storiella in cui tutti capiscono tutti, pur essendo di differenti nazionalità, troviamo il nostro aitante SS con "una divisa verde militare, che gli fasciava il busto alla perfezione" e che, in difesa della pulzella picchiata dalla kapo, frusta quest'ultima. Credibile, non trovate? In un luogo in cui la pietà era la qualità più in basso nella lista delle priorità, in cui si pensava soltanto ad usare persone come oggetti per costruire qualsiasi cosa servisse alla Germania prostrata dalla guerra e si uccideva chiunque per uno sguardo apparentemente sbagliato o un richiamo non udito, lui frusta la kapo rea di aver picchiato Céline la deficiente.
A corredare la lista abbiamo una guardia che si chiama Sanchez (uno spagnolo SS, credibile anche lui) e una che si chiama Rivera (lo stesso dicasi per quest'altro), i muffin e il caffè per colazione, i deportati che sanno cosa avviene nelle docce (mai vero), le persone che allegramente passeggiano per la strada in un luogo non ben precisato ma che presumo essere sotto controllo tedesco, altrimenti non mi spiego perché avvenissero perquisizioni casa per casa e rastrellamenti alla qualunque (e si parla di luoghi dilaniati dalle bombe un giorno sì e l'altro pure, molto probabilmente, vorrei ricordarlo) e tanti altri sfasci storici che non sto qui a ripetervi.
Ma arriviamo al dunque: l'enorme, gigantesco, esorbitante problema non sta nel fatto che la fyccina sia ambientata in un lager, ma che si voglia strumentalizzare una delle pagine più assurde e orribili della storia umana per puro divertimento, per smania di una recensione e che, per farlo, si travisi tutto quanto, si usi una cosa del genere e ci si piazzi nel mezzo la probabile (o sicura?) storia d'amore e sesso impossibile (il rating è rosso) tra un bel giovanotto che fa il comandante e la prigioniera ebrea che è rinchiusa nel campo. La nostra autrice, capitolo dopo capitolo, sbandiera quanto tenga al tema ma a me par chiaro che è alle recensioni positive che punta. Usare un tema del genere, che sicuramente evoca in chiunque pensieri negativi e scatti di schifo a non finire, sfruttarlo nel peggiore dei modi, senza aver cura di documentarsi o controllare anche soltanto su Wikipedia quello che davvero succedeva... Mi fa schifo.
Perché a me sul serio sta a cuore. Oggi sarei una ragazza tanto diversa se la mia strada non si fosse incrociata con quella del detenuto 57344 di Mauthausen, fino all'8 aprile 1944 Mario Piccioli, e non sono solo parole di comodo o dette per suscitare commozione. E se tu, parlo a te pseudo-autrice, avessi incontrato uno come lui o ti fossi "limitata" a leggere uno dei tanti libri dei sopravvissuti, che, porco Giuda, fanno un male cane ma di quel male necessario, sicuramente qualcosa del genere non avrebbe mai visto la luce.
Vi lascio con qualche parolina, giusto per far vedere com'era davvero la "vita" (mi sembra anche stupido chiamarla così) in quei posti.

"A volte mi sveglio la notte e ci penso alle cose che ho passato. Anche a me sembrano favole da quanto sono incredibili. [...] Meglio sarebbe stato essere partigiano sui monti. Almeno avresti avuto un fucile con cui difenderti. Nei campi no, potevi solo ubbidire. Non potevi far altro che ubbidire".

"Solidarietà? Non era possibile essere uniti, solidali. Una mattina in galleria, a Ebensee, vidi uno del gruppo di lavoro con ai piedi delle scarpe; non zoccoli, scarpe. Io pensavo «come avrà fatto ad averle?» e aspettavo che magari morisse, per prenderle. Eravamo diventati delle bestie."

Un'ultima cosa.
Abbi rispetto, cara autrice, abbi rispetto.
Qui il link all'Efp
(capitoli 1-3).

14 commenti:

  1. Post davvero sensibile.
    La tue riflessioni sui mi hanno colpito tanto.
    Complimenti.

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    1. Lo schifo che mi ha provocato la lettura della fyccina (chiamarla "storia" mi sembra troppo) ha tirato fuori il peggio di me, ma dovevo dirlo.
      Mi irritano oltre modo queste cose.

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  2. Sono entrata in una baracca di Birkenau, quello che erroneamente si definisce Auschwitz pur essendo un campo a sé, in pieno luglio. Fuori il sole e i colori erano insulti, dentro il silenzio e i letti a castello a quattro piano mi hanno schiacciato il petto in una morsa di oppressione che no, non era solo il caldo. Era il peso della storia, dritto dritto sulle mie spalle. Altro che schiaffo, un'emozione del genere ti piega e non ti risollevi più.
    Ho già detto cosa penso della ficcyna ad un'autrice che ha finto di non aver letto e si è giustificata con frasette di poco conto e nessun valore.
    Sono allibita da lei, e per niente sorpresa dalla profondità delle tue parole e della tua esperienza.

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    1. La risposta che ha dato a te è simile a quella che mi ha dato. Con l'aggiunta che Sanchez e Rivera sono cognomi americani. Ciò non spiega cosa facciano in Polonia, da SS, coi nazisti, ma, dice lei, spiegherà nei prossimi, non dobbiamo temere.
      Chiù, reggimi forte che al prossimo capitolo ho paura che partano le offese.

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  3. Sei la Yotobi delle fanfiction di M.
    <3

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  4. Non ho avuto il coraggio di leggere la "cosa" che hai criticato. Non ce la faccio.
    Riesco solo a farti i complimenti per il post, che tocca un tema molto sensibile su cui ho una "cultura" che rasenta praticamente lo zero, ma mi rendo conto di quanto questo avvenimento storico possa far soffrire, a distanza di anni, anche coloro che l'hanno vissuto indirettamente attraverso i racconti di nonni e testimoni (figuriamoci se questa fanfiction la leggesse una persona che è rimasta direttamente coinvolta in quella che è probabilmente la pagina più buia della storia dell'umanità).
    Ma a questa persona superficiale che si definisce "scrittrice di fanfic" non è mai passato per la mente che potrebbe inventarsela lei una guerra, così può inserirci tutte le storie d'amore che vuole senza far indignare nessuno per le palesi incongruenze con ciò che è accaduto veramente e ci è stato tramandato?
    Scusate se ho scritto in un italiano incomprensibile D: spero che il messaggio si capisca lo stesso, è che sto un po' fuori fase.

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    1. Apprezzo molto che tu ammetta di non avere una "cultura" a riguardo. Mi fa ben sperare, insomma. Non si dovrebbe mai parlare di qualcosa che non si conosce, per come la vedo io, ancor di più se si tratta di argomenti delicati e importanti che, anche a distanza di anni, sono toccanti per l'umanità intera.
      L'idea, comunque, di inventarsela di sana pianta una guerra non è male, sai? In quel modo, potrebbero far atterrare gli aerei anche in città, far diventare gli SS degli agnelli domabili con un occhiolino e far copulare allegramente in santa pace chi vogliono. Senza offendere, che è la cosa più importante, secondo me.

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    2. Esatto. Almeno non insultano la memoria di chi non c'è più ma, soprattutto, di chi c'è ancora ed è tormentato dai ricordi ogni istante della sua vita.

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    3. Mi sembra il minimo, hai pienamente ragione.

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  5. Neanche a sprecar aria. La squinzia idiota di cui tu scrivi si è limitata a proporre un improbabile mescolone tra le sfumature di grigio (aka pornazzo per biggotte reazionarie)e il meno terribile film di Tinto Brass, Senso 45.
    Per quel che mi rigurda è un bene che le donne comincino ad inventarsi una propria pornografia (anche questo è un diritto, una libertà e una conquista), ma ormai che ci siamo, e che abbiamo aspettato tutto questo tempo, facciamolo bene!

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    1. Mi trovi d'accordo con la tua opinione.
      Per me, chiunque può inventarsi una storia su qualsiasi argomento che vuole. Infatti, non è il fatto che sia ambientata in un lager a farmi schifo, quanto piuttosto l'uso che se ne fa. Se vuoi scrivere una fanfiction storica, abbi il rispetto e la buona volontà di documentarti, ancora di più se si tratta di un tema delicatissimo come questo. Non è chiedere troppo, dopotutto. Se non di rispettare la Storia, e, soprattutto, cosa ancor più fondamentale, le persone e la loro memoria.

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  6. I sommersi e i salvati di Primo Levi? Li avrà mai sentiti, questa persona priva di scrupoli?

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    1. Non credo abbiano mai sentito parlare del libro di storia, figuriamoci di qualsiasi libro di letteratura o racconti di sopravvissuti.

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