martedì 21 maggio 2013

Twittersfera: parentesi.










Potrei spendere righe su righe sottolineando come solamente cinque persone del totale delle partecipanti a due date abbiano pensato di sprecare qualche istante per ringraziare le persone che materialmente e concretamente hanno reso possibile l'avverarsi di un solo desiderio, ma sapete cosa? Dopo. Adesso voglio godere del fragile calore di questa fiammella di speranza che sento ardere fioca in me. 
E se per caso sentite di volervi lamentare perché, diversamente dal solito, in questo post c'è molto poco sarcasmo e molta poca cattiveria, è giusto rendervi partecipi del fatto che...



2 commenti:

  1. E dire che magari quei genitori han dovuto risparmiare per mettere da parte i soldi per quei biglietti e rinunciare ad altro per rendere felici le figlie e avverare un loro sogno.
    Il problema è che si dà per scontato che tutto sia dovuto, che si possa avere tutto ciò che si vuole, senza troppa fatica, e che, soprattutto, ci si ottenga battendo i piedi a terra come bambine bizzose.
    Un grazie era dovuto ed era il minimo.
    E io ancora sto sbrodolando di fronte al biglietto di quella mamma che è un amore, stop.

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  2. E ricordiamo le altre tremiladuecento che i genitori li hanno insultati senza pietà, svergognandoli su twitter, per non aver pagato loro il concerto.

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