domenica 31 marzo 2013

Cronache acide di una lettrice incazzata: edizione Pasquale!

È Pasqua. Giorno Santo, dedicato alle uova di cioccolata. Non potendovi offrire un uovo con sorpresa (c'è crisi e sono sottopagata), metto rimedio alle mie mancanze con l'edizione pasquale delle Cronache Acide live from la rinomatissima località di Musile di Piave, terra natia di #moroso.
Praticamente si parla di #Dark, come ogni domenica, perché così gira a me, ma le diamo questo nome un po' altisonante per giustificare la lunghezza ridicola di questo post. Quindi ora fate partire il jingle della sigla e via con il riassunto delle puntate precedenti!
  • Scambio notturno di sms semi piccanti 
  • Seratona pizza e gelato con amiche inutili che mandano sms provocatori al posto di Bo
  • Bo passa davanti a un pub dove gente ubriaca si picchia
  • Bo si lancia in mezzo alla gente ubriaca che si picchia, nonostante abbia riconosciuto Jake il mancato stupratore e #PoveroMalatoDiFiga
  • Non contenta, si porta a casa #PoveroMalatoDiFiga che tanto la signora Heather non c'è e si gioca alla crocerossina col paziente letteralmente sanguinante. Perché gli ospedali e il servizio sanitario in generale ci fanno schifo.
Molto bene.
A questo punto la cosa più logica è infilarsi sotto il piumone con lui mezzo nudo e ancora stordito di botte e alcol e fargli una domanda "gli tocca i nervi". E qui, La Svolta.
Il POV di #PoveroMalatoDiFiga.
Nessuno mi aveva davvero mai chiesto di loro prima d'allora. Gli occhi blu di Bo guardavano i miei mentre aspettava che dicessi qualcosa.
Forse fu l'alcool che ancora scorreva nel mio corpo a darmi la spinta di cui avevo bisogno per pronunciare quelle parole che lentamente uscirono dalle mie labbra.
"M-mio padre picchiava mia madre." Balbettai.
La banalità.
Padre picchia la madre, il bambino si fa i complessi perché non può aiutare la madre. E siccome non c'è mai fine al trash, allora come la madre caccia il padre di casa ci si mette la sorella che, giustamente, si innamora proprio della fotocopia del padre. Citerei Tolstoj, ma non sarebbe esatto dire che tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo. In questo caso, nel mirabile universo delle ficcyne scadenti, tutte le famiglie sono infelici alla stessa identica maniera. Le famiglie felici proprio non esistono, né le famiglie normali, perché la volta che #PoveroMalatoDiFiga alza le mani sul moroso violento della sorella finisce che viene esiliato dalla sua stessa casa dove improvvisamente tutti hanno paura di lui. Makes sense.
L'unica a non avere paura di lui è Bo.
"Io so cosa sei!"
"Dillo...ad alta voce...dillo..."
"Un vampiro!"
"Hai paura?"
"No!"
Ah no, scusate.
Questi sono Edward e Bella nel film di Twilight (non ho sbatti di andare ripescare la mia versione economica del libro, ovunque essa sia sepolta), ma presumo non sia difficile per voi immaginare che la ficcyna non si spinge troppo lontano da ragionamenti di questo tipo che culminano nel classicissimo "io voglio proteggerti" sussurrato molto dolcemente da un inquietantissimo #PoveroMalatoDiFiga che, lesto lesto, le si sta astutamente avvinghiando addosso mentre la stordisce di chiacchiere. Dai che inzuppi Harry, siamo tutti con te! Puoi farcela! Yes you can! 

Il cervello di #PoveroMalatoDiFiga nell'istante in cui crede di riuscire a inzuppare il biscottino.

Il cervello di #PoveroMalatoDiFiga quando realizza che no, neanche oggi riesce a inzuppare il biscottino.

Perché no, non è ancora il momento, non cantate vittoria troppo presto: la tortura è ben lontana dal giungere ad una conclusione. I due dormono, e la mattina dopo lui se ne va lasciandole un bigliettino dove le impone un appuntamento per la sera stessa. Appuntamento nel quale lei dovrà per forza di cose indossare un vestito, specifichiamo. Ovviamente non va per il sottile, e ne mette uno da 100% battona anche se sono una suoretta nel momento del bisogno, di modo che lui possa sottolineare lo splendore del suo culo con un commento #PoveroMalatoDiFigaDOC. Non che serva proprio dirlo, Bo sa già perfettamente che "aveva controllato per bene: la camminata fino al club era stata piena di occhiate persistenti e tentativi di stringere il mio sedere." Sweet. Un amore. E per confermare la sua spasmodica, insostenibile necessità di inzuppare, ecco che le chiede di ballare per lui dopo averla sbronzata con due cocktail.
Mi resi conto degli sguardi degli altri maschi presenti, che mi osservavano mentre continuavo a muovere i fianchi. Ma nessuno di loro provò anche solo ad avvicinarsi. Sapevano che ero di Harry.
Non avevo mai ricevuto questo tipo di attenzioni prima di allora, ma continuai comunque a ballare. Il mio sguardo era rivolto solo verso il ragazzo dai capelli ricci seduto al bar: si portò il drink alla bocca mentre continuava a guardarmi da sopra il bicchiere. Gettai la testa all'indietro, i capelli lunghi scivolarono sulle mie spalle: mi sentivo come se noi due fossimo le uniche due persone presenti in quel club.
Manco a dirlo è una bomba sexy all'occasione. Questa verginella riottosa da due soldi, se sufficientemente carburata con qualche cocktail, ecco che diventa una Sporcacciona con la S maiuscola. In vino veritas, decisamente, viene fuori la sua vera natura. Da zoccola.
Quanto al ritorno del potere oscuro del succhiotto, ci è fin troppo famigliare il funzionamento di questa trappola mortale: tutti i presenti hanno ben chiaro che lei gli appartiene. Sua. Comprata in saldo alla Lidl. Fija mia, ormai il segno dovrebbe esser ben che scomparso! E questo tuo attaccamento morboso a #PoveroMalatoDiFiga sta diventando preoccupante, non ti cagavi in mano solo ad incrociare il suo sguardo verdissimo? Da persona che ha ricevuto succhiotti, posso assicurare che no, non è un vincolo per la vita. Non è che uno ti spacca qualche capillare e zac! siete automaticamente sposati. Non è un marchio permanente, un tatuaggio, qualcosa che al buio lampeggia e proietta sopra di te la scritta "io appartengo a tizio che mi ha fatto il succhiotto". Proprio no. Ma a questo punto del nostro viaggio nel triste, perverso mondo delle ficcyne e delle Directioners va da sé che il ragionamento invece è l'opposto. Quindi "ti faccio un succhiotto → sei mia".
Per proseguire, però, serve un rapido lavoro di immaginazione e memoria. 

La foto della carta d'identità di #PoveroMalatoDiFiga

Questo bel visino così apparentemente pulito ma in realtà ricoperto da strati e e strati e strati di fondotinta per nascondere l'imperversante acne tipica dei giovani inglesi abituati a mangiar merda e bere birra al posto dell'acqua, è Harry Styles. Il nostro #PoveroMalatoDiFiga dal corpo perfetto e gli occhi che si fanno scuri a seconda del suo grado di eccitazione, il violento e pericolo tizio che ha steso un altro tizio con un pugno nella fatidica notte in cui ha perso il controllo, Mister "Ti farò sentire così bene", Colui-che-non-riesce-ad-inzuppare.
Assai ninnino, parecchio cuccioloso, non è che sono cieca o altro, è indiscutibilmente bellino nel suo non fosse che solo a guardarlo lo scarto automaticamente perché mostra tipo quindici anni scarsi. Occhi grandi, bel sorriso, capelli bimbominkiosi per farlo sembrare più piccolo di quanto non sia (più sembrano giovani e più attirano pubblico giovane, più pubblico giovane attirano e più vendono!), un cucciolo di labrador di un mese circa in braccio. Voglio che lo visualizzate per me, perché è quello che fanno loro. Fatto? Bene.

"La senti?"
Mi irrigidii, il mio respiro accelerò quando una dura erezione premette contro di me.
"Ecco quanto ti voglio." Sussurrò lentamente al mio orecchio.
Il suo tono roco mi creò dei brividi per tutto il corpo. Gettai la testa all'indietro sulla sua spalla quando premette ripetutamente i fianchi contro di me, i miei occhi si strinsero a quel contatto.
"Harry." Ansimai.
Piccoli mugolii lasciarono le mie labbra quando sentii il suo petto vibrare in un profondo gemito. Il suo naso sfiorò la pelle del mio collo, delle labbra piene lasciarono una bagnata scia di baci sulla mia pelle.
"Dimmi cosa vuoi che io ti faccia."
La mia mano si alzò, afferrando la parte di dietro del suo collo. Le dita premettero nella sua pelle calda mentre lui mi modicchiava il lobo.
"Dimmelo." M'incoraggiò.
La mia mano libera strinse disperatamente in un pugno la sua maglietta dietro di me.
"Toccami, ti prego."
"Con piacere." Sorrise.
Ho i brividi. Per l'orrore. Cucciolo di labrador, vattene via da lì il prima possibile.
Grazie al cielo, dopo che "dei disegni furono tracciati sul pizzo" delle mutandine di Bo, lui ha la decenza di suggerire di andare altrove. Grazie, #PoveroMalatoDiFiga, a nome di tutti noi: l'idea di un amplesso mancato nel bel mezzo di un club, mh, non so se l'avrei sopportata.
Portala presto nel tuo appartamento, promettile di essere delicato e via con i giochini pervy!
"Alzati." Ordinò.
Obbedii, sollevando leggermente i bacino mentre lui tirava il mio vestito verso l'alto sui miei fianchi. Le mani di Harry afferrarono saldamente le mie cosce, spostandole in modo tale che si ritrovassero strette ad entrambi i lati della sua vita. Voltai pigramente la testa verso di lui, vedendolo mentre si portava le dita alla bocca: le succhiò e poi le cacciò di nuovo. Le punte delle sue dita salirono tra le mie gambe prima di infilarsi di nuovo nei miei slip, ma questa volta il suo dito medio stuzzicò la mia entrata. Sapevo che stava facendo attenzione quando premette il dito all'interno, ma questo non riuscì a fermare il piccolo gemito di disagio che uscì dalla mia bocca. La mia testa si poggiò di nuovo all'indietro sulla sua spalla, e faticai a respirare quando lo spinse più a fondo. Il suo braccio forte afferrò il mio bacino nel tentativo di impedirmi di dimenarmi.
"Fai la brava." La sua voce roca sussurrò al mio orecchio.
Il mio corpo si ritrasse quando il suo dito ruotò prima di uscire lentamente, venendo spinto poi di nuovo dentro. Il ritmo costante mi permise di sentire le increspature e le giunture del suo dito. Sentii il petto di Harry alzarsi e abbassarsi velocemente, il suo cuore battere forte contro la mia schiena.
"Questo ti piace?"
Il suo ginocchio separò ancora di più le mie gambe.
"Bo." Mi chiese Harry.
Non riuscivo a parlare, ma la mia mano afferrò il suo avambraccio e lo strinse. Il piacere che pulsava nel mio corpo era opprimente: le mie ciglia svolazzarono, trovando difficile riuscire a tenere gli occhi aperti. Harry ritrasse la sua presenza, lasciando umidi baci sulla mia spalla. Afferrò subito i miei fianchi, facendomi sollevare in modo da potersi alzare. Delle grandi mani strinsero la parte superiore delle mie braccia, facendomi voltare e spingendomi sul letto.
"Siediti."
Mi sedetti alla fine del materasso, non sicura di ciò che sarebbe successo. Harry si accovacciò davanti a me in modo tale che i nostri occhi fossero allo stesso livello. La sua fronte premette contro la mia, i suoi luccicanti occhi verdi non lasciarono i miei. Indietreggiai quando raggiunse i miei slip e li spostò lateralmente, infilando nuovamente un dito lungo dentro di me. Le sue labbra si piegarono verso l'alto osservandomi mentre faticavo a respirare, gemendo. Qualche secondo dopo lo ritrasse di nuovo. Harry si allontanò leggermente, e rimasi a guardarlo mentre si portava il dito alla bocca. I miei occhi si spalancarono quando le sue labbra carnose avvolsero il suo indice, tenendolo stretto nella sua bocca e succhiandolo. Mugolò prima di riallontanarlo. La lingua rosa uscì e accarezzò le sue labbra.
"Oddio." Soffiò. "Voglio sentirti per bene."
Il mio corpo si paralizzò a quelle parole. Si sollevò in tutta la sua incombente altezza mentre mi ordinava di muovermi all'indietro. Scivolai via da lui mentre lui strisciava verso la parte inferiore del letto.
"Non così lontana." Ridacchiò.
Le sue mani grandi afferrarono le mie caviglie prima che mi tirasse senza sforzo verso di lui. Harry si distese su di me, le sue labbra piene premettero sulle mie in un energico bacio prima di scivolare sulla mia mascella e poi sul mio orecchio. I suoi denti mi mordicchiarono il lobo mentre le mie dita s'infilavano nelle sue spalle. Harry divise la mia attenzione quando sentii le sue dita infilarsi ai lati dei miei slip. Non aspettò prima di tirarli lentamente giù lungo le mie gambe. Le mie ginocchia si strinsero al petto: sentii le mie guance arrossarsi mentre Harry gettava l'indumento sul pavimento.
La sua forza sopraffece la mia mentre cautamente mi apriva le gambe. Si strinse il labbro inferiore tra i denti mentre mi scrutava attentamente, per poi tornare con lo sguardo sul mio viso. Un sorriso comparve sulle sue labbra prima che parlasse.
"Toccati."

Alt, fermi tutti. 
Dimentichiamo il ritorno delle ciglia svolazzanti, non dovevi pensarci tu #PoveroMalatoDiFiga? Non era lo scopo della tua vita farla stare bene? Non dovevi ricambiare lo storico segone con boxer addosso? Non sarebbe stato un piacere toccarla? Imbroglioncello pervertito che non sei altro! Mai come questo momento ti sei meritato il nomignolo di #PoveroMalatoDiFiga. Poi però mentre lei suona l'arpa all'ingresso del Giardino Proibito tu non puoi uscirtene con la tua esclamazione preferita ("porca puttana!" cit.) e rovinare tutto, stai zitto e via, no? E quel "ti farò sentire così bene"? Ma taci e sbattitela direttamente, piuttosto, hai la pessima abitudine di parlare troppo e ancora non ha capito che in certe situazioni il silenzio è d'oro. E infatti lei non te la da, non avevamo dubbi a riguardo, e vi ritrovate a dormire assieme come due agnellini innocenti. Peccato non poter sbranare voi oggi a pranzo (nda: frase che avrebbe avuto senso se fossi riuscita a pubblicare il post in mattinata come avevo previsto, ma la vita che non ho mi ha tenuta impegnata fino ad ora e poi ci si è messa pure la connessione non funzionante).

All'alba del giorno dopo Bo trova il modo perfetto per rovinare tutto: gli dice che dovrebbe chiamare sua madre. Risposta: ma una sana zuppetta di cazzi tuoi no? No, perché altrimenti non ci sarebbe divertimento e perché indubbiamente in quest'occasione #PoveroMalatoDiFiga si sta comportando in maniera molto più educata di quanto farei io. Si prende e se ne va in un'altra stanza, inseguito da scassaminchiaBo che insiste e insiste e insiste. Messa alle stretta, gliela fa annusare ancora: dopo che lui l'ha schiacciata contro un bancone, ecco pervyBo che si struscia e mordicchia e sbaciucchia come non ci fosse domani o fosse seriamente intenzionata a dargli esattamente quello che vuole. "Lo faccio per te" sto gran par di palle cara Bo, è la scusa più ridicola e inflazionata dell'universo dietro cui nascondi la necessità di vivere la vita altrui perché tu una non ce l'hai. Con le amiche sciape che ti ritrovi e la madre degenerata che.. ma scusate, la signora Heather? Si sarà accorta della figlia scomparsa o sta ancora al capezzale di questo provvidenziale parente malato? Non si sa, e i due piccioncini si danne alle pulizie di primavera raccogliendo i cocci di piatti che non ricordo siano mai stati rotti, dettaglio facilmente imputabile alla scarsa attenzione con cui mi dedico ormai alla lettura onde evitare di impazzire del tutto. Bo, da brava mongola, riesce a tagliarsi con la ceramica.
«You can't protect me from everything.»
«I can try.»
Poi boh, ovviamente vai a fare una passeggiata nel parco e incontri Jake, stupratore seriale mancato. Perché come poteva esser diversamente, è un piccolo mondo con grandi coincidenze. Lui minaccia, #PoveroMalatoDiFiga gonfia i muscoli, ma prima che possa partire un giro clandestino di scommesse su chi ne uscirà vincitore e si porterà a casa Bo, proprio Bo si mette in mezzo.
"Harry, fermati. Non puoi risolvere tutto con la violenza. So che sei più intelligente di così." Lo implorai.
"Bo, vai e aspetta laggiù." Ordinò senza guardarmi.
"No."
Harry abbassò lo sguardo su di me: c'era irritazione sul suo viso. Delle grandi mani afferrarono i miei polsi quando cercò di spostarmi dietro di sè. Ma non gliela diedi vinta, divincolandomi invece dalla sua presa.
"Guarda tutti questi bambini. So che non vuoi spaventarli. Pensa solo per un secondo a cosa stai facendo." 
I bambini, certo, i bambini.
Loro stanno per sfidarsi in un duello mortale e tu pensi ai bambini? I cui genitori potrebbero intelligentemente chiamare la polizia e mettere fine ad ogni problema con una reazione civile e coerente con lo scenario? Per l'amor del cielo non sia mai. MAI. Molto meglio mettere #PoveroMalatoDiFiga a sedere in un angolino e affrontare il tuo mancato stupratore di persona. Perché di persone intelligenti come te, Bo, non ce ne sono molte. Grazie a Dio, azzarderei, e spero tu non abbia mai bambini a cui trasmettere la piaga sociale della tua stupidità aggravata.
"Se ti avvicini ancora una volta a me o a Harry andrò dalla polizia e dirò che hai cercato di violentarmi al club, quella notte. Capito?" Dissi duramente.
La preoccupazione oscurò il suo sguardo per un secondo prima che la mettesse da parte e cominciasse a ridere.
"Credo tu ti sia dimenticata ciò che il tuo fidanzatino ha fatto quella notte. Sono sicuro che i poliziotti sarebbero molto felici di sapere come mi sono fatto queste cicatrici."
"Difesa. Harry mi stava difendendo da te. E, in ogni caso, a chi credi che darebbero più ascolto?" Feci un passo avanti. "A me o a te?"
Le mie parole fecero sparire il sorriso dalla sua faccia. Mi girai per andarmene quando Jake parlò.
"Harry ti merita. Puttana." Sputò.
Strinsi forte gli occhi prima di voltarmi di nuovo velocemente verso di lui. Jake stava sorridendo, avendo capito che il suo commento mi aveva fatta arrabbiare. Tuttavia non era preparato a ciò che feci qualche secondo dopo: le mie mani afferrarono le sue spalle mentre piegavo bruscamente il ginocchio in mezzo alle sue gambe.
Una smorfia di dolore era impressa nei suoi lineamenti.
"Merda." Disse Jake mentre si accasciava.
Le sue mani raggiunsero la zona dolorante: perfino alcuni dei suoi amici avevano iniziato a ridere sotto i baffi. Mi voltai per guardare Harry: lui iniziò a ridere quando mi avvicinai.
"Credevo avessi detto di non risolvere i problemi con la violenza."
"L'ho detto, ma lo stronzetto se lo meritava." Ammisi.

Coerenza, coerenza ovunque! Ma neanche questa, in fondo è una novità, quindi non stupisce neppure scoprire che Bo è orfana di padre dalla tenera età di undici anni. Questo potrebbe spiegare eventualmente i disturbi della signora Heather, ma non ne sono affatto sicura e sapete cosa? Non voglio sapere. Quantomeno non adesso.

Rarissima immagine del cervello della Chiù - cioè io - al termine della lettura del capitolo 19.

Capitoli 15 - 19, qui il link sull'EFP.


Brevissima comunicazione di servizio <3
Oh amati lettori delle cronache acide, auguri a parte vi informo che domani parto e fino a venerdì sarò fuori casa a vivere la vita che non ho (Directioners e Beliebers hanno così ampiamente sottolineato la cosa che ormai è vera per forza: non ho una vita), per la precisione in quel di Roma con morosetto e amichetti. Ergo dubito sarò in grado di postare qualcosa. Fortuna mia e vostra la Cee provvederà a rimediare alle mie mancanze, quindi amatela più di quanto non la amiate già ora. Baci baci :*

4 commenti:

  1. Amo il panda che vive nella tua testa, di brutto.
    E amo te, che ti sorbisci questa schifezza perfino a Pasqua.
    Buona vacanzetta, socia <3

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  2. Ahahahah tu sei M E R A V I G L I O S A !!! Tu e la Cee, ovviamente u.u
    Ho riso come una matta. Sì, ho riso anche nei momenti disgustosi di quei pezzi che hai estrapolato direttamente dalla fan fiction (mi fa strano chiamarla così), ma solo perché le alternative erano piangere o vomitare. O vomitare piangendo.
    Per curiosità sono andata a leggere qualche recensione e devo dire che ho trovato la più bella di tutte (va bene, lo ammetto, ho letto solo le prime sei, ma va bene comunque xD):
    "Nn vedo l ora ke bo si lasci andare cn harry xke credo ke anke a lei piace harry Spero di vedere al più presto un cambiamento in bo nei confronti di harry ma cmq il capitolo e davvero stupendo".
    E non aggiungo altro.
    Io ti auguro delle bellissime vacanze, bacioni!!!
    Fra.

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  3. Tanto è evidente che fai solo finta di andar via con il tuo ragazzo e gli amici (che non hai), ma in realtà starai a casa a fare l'acida sulle ff altrui.

    Scherzo ;P

    I blog come questo mi divertono sempre. L'unica consolazione che mi danno le brutte fanfiction è che sono perfette per divertirsi un po' fra un'ulcera da Grammar nazi su EFP e l'altra.

    A presto!

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  4. Blog davvero interessante! Complimenti.

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